Gela. Le loro posizioni, il prossimo gennaio, potrebbero già essere definite, con la decisione del giudice Miriam D’Amore. Si tratta di imputati, negli scorsi anni coinvolti in un’inchiesta più ampia che fece emergere casi di furti all’interno dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, principalmente rispetto alle attività nell’area delle cucine e della mensa. Gran parte dei coinvolti ha optato per riti alternativi. In giudizio sono arrivati il parroco Filippo Salerno, che all’epoca dei fatti era cappellano nel nosocomio di Caposoprano, e ancora Liborio Bongiovanni, Rocco Neri, Salvatore Perticone e Salvatore Pizzo. I capi di imputazione richiamano presunti ammanchi di generi alimentari, per quantitativi comunque decisamente ridotti.
Per le difese, mancherebbero gli estremi di reato. Asp, attraverso l’avvocato Patrizia Comandatore, come già fatto in altri filoni dello stesso procedimento, si è costituita parte civile. Non è da escludere comunque che possa essere eventualmente accertata la tenuità del fatto. Tra i legali degli imputati, ci sono gli avvocati Filippo Incarbone e Nicoletta Cauchi.