Gela. Prima di pronunciarsi sulla messa alla prova, richiesta da diversi imputati, il gup Roberto Riggio intende sentire una delle parti offese, il titolare della società che all’interno del nosocomio “Vittorio Emanuele” gestisce il servizio dei distributori automatici. In base all’indagine, condotta dai pm della procura e dai carabinieri, c’era chi forzava i distributori, per impossessarsi dei prodotti contenuti all’interno. E’ uno dei tanti risvolti emerso nel corso degli accertamenti. Come abbiamo già riportato, sono trentasei gli imputati, accusati di furti e ci sono anche contestazioni di peculato. La gran parte delle irregolarità venne riscontrata per la mensa e la cucina del nosocomio. Dipendenti di una ditta esterna si sarebbero appropriati di derrate alimentari e prodotti di ogni tipo. Venivano spesso caricati sulle loro automobili. I carabinieri collocarono dei sistemi video proprio nell’area delle cucine, riscontrando anche violazioni della normativa in materia di tenuta igienico-sanitaria. Diversi imputati (ci sono gli operatori della ditta esterna ma anche medici e altri dipendenti Asp) hanno chiesto di definire la loro posizione con la messa alla prova o con riti alternativi. Molti sono stati sentiti dal gup, per chiarire le rispettive posizioni.
Ad ottobre, il gup, dopo aver sentito il titolare della società che gestisce il servizio di distributori automatici, potrebbe pronunciarsi sulle varie richieste. L’Asp si è costituita parte civile. Il legale incaricato dalla direzione generale, l’avvocato Patrizia Comandatore, ha già illustrato con una memoria le ragioni della scelta, formalizzata anche nei confronti di dipendenti dell’Azienda sanitaria (operatori e medici).