Gela. Furti e danneggiamenti, anche con il fuoco. Ci sarebbe la presunta banda di Sant’Ippolito dietro ad una serie, piuttosto lunga, di azioni scoperte dai poliziotti del commissariato e dai magistrati della procura, che hanno dato vita all’inchiesta “Praesidium”. La base logistica del gruppo sarebbe stata ricavata tra le strade proprio del quartiere Sant’Ippolito. In quella zona, arrivava la refurtiva, portata via da abitazioni private e attività commerciali. I magistrati della procura hanno chiuso le indagini nei confronti dei presunti componenti del gruppo. In manette, finirono pure cinque minorenni, già a processo. I poliziotti e i pm strinsero il cerchio intorno ai presunti capi.
Furti e intimidazioni. In manette, tra gli altri, Giovanni Canotto, Paolo Melilli e Carmelo Meroni. Provvedimenti cautelari scattarono, inoltre, nei confronti di Maurizio Smorta, Antonio Fusco, Niculai Cozma e Giuseppe Giaquinta. Nel corso dell’indagine, emersero intimidazioni con il fuoco, al punto da dare alle fiamme delle auto, e un giro di droga spacciata tra le strade del quartiere. A questo punto, dopo la chiusura delle indagini, i pm della procura formuleranno le loro richieste nei confronti di tutti i coinvolti, difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Giuseppe Fiorenza, Raffaela Nastasi e Mariella Giordano.