Gela. La saracinesca di un garage, in uno stabile di via Vasari, fu danneggiata dalle fiamme nel dicembre di cinque anni fa. Potrebbe essere il contenuto delle intercettazioni a fare luce su ulteriori risvolti e sulle possibili responsabilità. Il giudice Antonio Fiorenza ha disposto una perizia, per trascriverne il contenuto, così come chiesto dal pubblico ministero Pamela Cellura. Gli inquirenti hanno portato a giudizio Antonino Farruggia ed Emanuele Rocco Argenti. Ci sarebbero loro, secondo le contestazioni, dietro all’azione di fuoco che danneggiò la saracinesca e una parte del prospetto dell’immobile. I sistemi di videosorveglianza della zona furono analizzati dai poliziotti del commissariato. Si risalì ad un possibile numero di targa della Fiat Panda che sarebbe stata usata per arrivare sul posto. La vettura pare fosse intestata ad una familiare di Farruggia. Le difese, sostenute dai legali Davide Limoncello e Tommaso Vespo, si sono opposte alla perizia sulle intercettazioni, ritenendola ormai tardiva, e comunque escludono che possano esserci collegamenti tra gli imputati e i responsabili del rogo.
Mancherebbero veri riscontri identificativi. Questa mattina, è stata sentita una donna, che risiede nello stabile. Anche due poliziotti hanno esposto alcuni passaggi dell’attività di indagine, che si basò appunto anche su intercettazioni telefoniche e ambientali. In aula, si tornerà a novembre.