Funerali dell’indotto Eni…rinviati: “L’accordo è buono, valutiamolo”

 
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Gela. La tensione era altissima già dalle prime luci del mattino. Ai presidi organizzati dai lavoratori del diretto e dell’indotto della fabbrica Eni trapelava tutta la delusione scaturita dal piano

di ridimensionamento del sito presentato, davanti al ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, dai manager della multinazionale. Dopo alcune ore, però, lo scenario è decisamente mutato.
A Roma, sindacati e dirigenti del cane a sei zampe hanno sottoscritto un verbale d’intenti che per la raffineria di contrada Piana del Signore segna un passo in avanti.
“Eni – si legge nel documento sottoscritto – riprenderà immediatamente il processo manutentivo che deve garantire la conservazione degli impianti e il ripristino dell’efficienza operativa della linea 1, anche attraverso il coinvolgimento dell’indotto, nelle more che venga definito un progetto in grado di dare stabilità di lungo periodo per il sito di Gela”.
Le carte, rispetto solo alla rottura tra le parti di ventiquattr’ore prima, sono state del tutto rimescolate. Adesso, soprattutto gli operai dell’indotto iniziano a sperare in una positiva conclusione della vertenza portata avanti da ventinove giorni. “Quando la politica – spiega il segretario generale provinciale della Cgil Ignazio Giudice – riesce a dare credito all’azione sindacale portata avanti sul territorio, allora genera risultati che vanno a tutela del lavoro. Attenzione, però, non parliamo di vittoria. Da oggi, si inizia a scrivere un nuovo libro nella storia di questa città. Pagine, però, che dovranno essere riempite dai cittadini. La lunga lotta portata avanti dai lavoratori della fabbrica Eni deve insegnare a non chiudere mai gli occhi, a stare vigili. Dovranno cambiare, inoltre, i rapporti tra operai del diretto e dell’indotto. Perché, ad esempio, non costituire un unico consiglio di fabbrica?”. Mentre a Roma si siglava l’intesa sul rilancio della raffineria, ai presidi si inscenava il funerale dell’indotto.
“Prima ci hanno impiccati – ammettono alcuni lavoratori – e, adesso, siamo morti”. Uno dei manichini penzolanti dal ponte ex Asi è stato rimosso per essere sistemato, come in un rito funebre, al centro della strada che conduce allo stabilimento.
“Eni – si legge ancora nel verbale d’accordo – ha rappresentato che lo scenario della raffinazione in Italia e in Europa è ulteriormente peggiorato ed in  tale contesto ha predisposto e illustrato un nuovo piano industriale per il rilancio e la riorganizzazione del sito di Gela”.
La cautela, comunque, prevale. “E’ sicuramente un buon risultato – ammette il componente della segreteria regionale della Filca Cisl Franco Iudici – adesso, però, bisogna leggere nei particolari questo nuovo piano e capire quali ripercussioni avrà sull’indotto della fabbrica. Di certo, garantisce i dipendenti di raffineria”.
Nelle prossime ore, i sindacati hanno già messo in cantiere un’assemblea per illustrare a tutti i lavoratori l’esito della trattativa. Domani, invece, sindacati e rappresentanti di Confindustria e Legacoop sono stati convocati davanti al prefetto di Caltanissetta Carmine Valente per valutare il futuro dell’industria sul territorio e quello dei circa mille lavoratori dell’indotto Eni.
Inoltre, entro il 15 settembre bisognerà concludere il confronto tra sindacato e manager Eni per dare concretizzazione al piano di nuovi investimenti. Insomma, non è una vittoria ma il buio nel quale erano precipitati gli operai del sito diventa meno fitto. 

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