Gela. La fuoriuscita di fumi densi dal camino quadricanne della centrale termo elettrica della Raffineria era stata annunciata dalla stessa azienda alla Capitaneria di Porto.
La procura ha in ogni caso aperto un fascicolo giudiziario per capire se esistono gli estremi per il reato di “getto di cose pericolose”. Il riavvio della centrale era stato programmato. Sabato per diverse ore dai camini sono stati espulsi fumi di colore scuro. La magistratura ha avviato gli accertamenti.
E’ così emerso che, dopo l’accensione nella notte della caldaia G100, si erano verificate due rotture nella condotta dell’aria destinata a rendere possibile la combustione del gasolio. La fuoriuscita attraverso i due grossi fori che si erano prodotti nella condotta metallica, ha determinato l’arrivo verso i bruciatori della caldaia di un quantitativo di aria insufficiente a garantire la combustione ottimale. Il materiale incombusto ha generato i fumi che hanno creato apprensione nella popolazione. Il fumo infatti era ben visibile anche a lunga distanza.
Dopo aver riscontrato l’anomalia, la caldaia è stata spenta.