Fucilate a Spina Santa, i due pastori ai domiciliari: il giudice convalida gli arresti

 
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Gela. Arresti convalidati e i due pastori Orazio Di Pietro e Luciano Russotto vengono posti ai domiciliari.

Davanti al giudice. La decisione è stata formalizzata dal giudice Veronica Vaccaro che li ha sentiti nel corso dell’udienza di convalida. La procura chiedeva il carcere per il trentaseienne Di Pietro, accusato del possesso non autorizzato di un’arma con matricola abrasa e della violazione della misura di sorveglianza speciale. Il suo difensore di fiducia, l’avvocato Francesco Enia, ha però sottolineato come il pastore sia stato bersaglio degli spari di Russotto, senza aver risposto al fuoco. I poliziotti e i carabinieri intervenuti lo hanno bloccato mentre cercava di nascondere l’arma a sua disposizione. Ai domiciliari, anche il settantunenne Luciano Russotto. Difeso dall’avvocato Carlo Morselli, si è a sua volta presentato davanti al giudice.

Gli spari a Spina Santa. Una rivalità legata, probabilmente, a presunti sconfinamenti nei rispettivi ovili. Ci sarebbe questo dietro agli spari che, ieri nella zona di contrada Spina Santa, hanno fatto intervenire i poliziotti delle volanti e i carabinieri della radiomobile. Da tempo, sono molto intensi i controlli sul fronte del possesso di armi. In manette sono finiti i pastori Orazio Di Pietro, sorvegliato speciale, e il pregiudicato Luciano Russotto. Sarebbe stato quest’ultimo a sparare imbracciando una doppietta calibro dodici in direzione dell’ovile di Di Pietro. Poliziotti e carabinieri hanno sequestrato l’arma e diverse cartucce insieme al fucile con matricola abrasa, trovato in possesso di Di Pietro. Gli inquirenti ritengono che lo stesso Di Pietro potesse prepararsi a rispondere agli spari del rivale anche se il pastore avrebbe subito dichiarato di essersi salvato solo gettandosi in terra. Una denuncia è scattata per il figlio di Russotto che non avrebbe regolarmente custodito il fucile calibro dodici e l’altra arma a sua disposizione, già ritirata. Tra i reati contestati, c’è il porto abusivo di armi.

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