Palermo. A parte gli irriducibili che in piccoli gruppetti proseguono i presidi in modo pacifico in alcune zone di Caltanissetta e Catania, il resto della Sicilia tenta di tornare alla normalità dopo sei giorni di blocchi e col movimento che si è spaccato:
i tanti leader si accusano a vicenda,tra chi spinge per riprendere la protesta, in particolare gli autotrasportatori, e chi tra i ‘Forconì, invece, punta tutto sul vertice di mercoledì tra il premier Monti e il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, e per questo accusati di essersi piegati alla politica.
Il problema maggiore per i siciliani, al momento, rimane la benzina, oltre ai danni per le imprese che Confindustria quantifica in circa 500 milioni di euro e che come conseguenza ha portato alla cassa integrazione per almeno 800 persone.
Tant’è che il governo regione potrebbe chiedere una sorta di stato di calamità per le produzioni locali.
Da Messina a Palermo le scene anche oggi sono state sempre le stesse: colonne di auto e gente con decine di bidoni con tanto di nome, ammassate nei distributori, che lentamente vengono riforniti dalle autobotti autorizzate, in via eccezionale, a circolare anche di domenica dalle Prefetture per ridurre i disagi e contrastare la vendita di carburante sul mercato nero.
In questo senso, la procura di Gela ha disposto accertamenti per verificare manovre speculative su merci (art. 501 bis del codice penale) e in particolare «di sottrazione al consumo o accaparramento di merci e generi di prima necessità in modo da determinarne il rincaro». Il procuratore, Lucia Lotti, in particolare, vuole verificare se i distributori hanno venduto benzina a prezzi maggiorati, in concomitanza con lo sciopero dei tir. Il Codacons ha presentato esposti in tutte le procure siciliane.
A Catania l’assalto al carburante continua con piccole tensioni tra automobilisti. Lunghe attese in città anche davanti stazioni di servizio chiuse, nella speranza che arrivi presto un’autobotte dalla raffineria di Priolo Gargallo (Sr).
Hanno ripreso a circolare anche i Tir con derrate alimentari e prodotti di prima necessità. Il traffico sulle autostrade è tornato normale così come agli imbarcaderi di Messina e Villa San Giovanni, resta quale piccolo rallentamento in strade statali e provinciali per i presidi che non sono stati abbandonati dai manifestanti. Sulla situazione c’è una costante vigilanza delle forze dell’ordine coordinate dall’unità di crisi aperta dalla Prefettura. Ad Agrigento hanno aperto solo quattro impianti mentre a Palermo, complice la giornata non molto fredda, in molti hanno approfittato dell’assenza di auto per spostarsi in bicicletta. Per le prossime settimane la Figisc, associazione di categoria della Confcommercio, ha annunciato che non ci sarà alcuno sciopero dei benzinai in Sicilia, a differenza che nel resto del Paese.
Intanto le rivendicazioni del movimento ‘Forza d’Urtò e dei ‘Forconì sono entrate a Palazzo dei Normanni. In maniera irrituale per via della giornata festiva, in mattinata alcuni deputati dell’Assemblea regionale siciliana hanno ascoltato le ragioni dei manifestanti che in particolare chiedono la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi e la sospensione per due anni delle cartelle esattoriali. Al vertice hanno partecipato diversi deputati di maggioranza e opposizione: dal Pd al Pdl, dal Mpa all’Udc fino a Grande Sud. Proprio il partito di Gianfranco Miccichè ha annunciato che mercoledì, in occasione dell’incontro tra Monti e Lombardo, dirigenti e parlamentari del partito arancione saranno a fianco dei manifestanti che si recheranno a Roma per protestare. Alla vigilia, invece, i temi posti in questi giorni saranno affrontati dal parlamento regionale, in seduta straordinaria.