Finanziamenti per rinnovabili, Patto dei sindaci rischia di saltare

 
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Gela. Di questo passo si rischia seriamente di veder sfumare il maxi progetto targato Patto dei sindaci per lo sviluppo delle energie alternative attraverso i fondi messi a disposizione dalle casse di Bruxelles.

Gli uffici regionali, infatti, sembrano aver perso la direttrice giusta per concretizzare quello che, finora, è rimasto scritto solo sulla carta. La preoccupazione, ancora comunque piuttosto velata, emerge anche dalla parole del primo cittadino Angelo Fasulo, tra i sostenitori del patto sponsorizzato dall’ex deputato europeo, ora presidente della regione, Rosario Crocetta.
“I nostri uffici stanno lavorando proprio su questo fronte – dice il sindaco – nelle ultime settimane, abbiamo avuto diverse riunioni. Il vero problema, però, si sta verificando tra gli uffici regionali. Non è ancora stato preparato il regolamento che dovrebbe servire a definire la distribuzione delle risorse per il finanziamento di tutti gli interventi previsti nell’eventuale piano energetico comunale”.
La data ultima, praticamente inderogabile, è quella del prossimo mese di dicembre. Senza un’accelerazione i finanziamenti del patto dei sindaci potrebbero trasformarsi in lontani miraggi.
“Sarebbe sicuramente un gran peccato – continua Fasulo – come ente comunale abbiamo già un’ampia esperienza in questo settore. Siamo comune capofila in questa zona ma senza che si sblocchi la procedura possiamo fare ben poco”.
Non a caso, le richieste d’informazioni sullo stato dell’arte dei progetti sono state depositate anche sui tavoli degli uffici europei di Bruxelles. Nessuno sembra voler perdere questa possibilità. I finanziamenti da milioni di euro, però, potrebbero sparire senza lasciare particolari tracce.
“Non dimentichiamo – conclude Fasulo – che i termini fissati per fare andare avanti la procedura sono inderogabili. Nessuno può permettersi di sbagliare”. A tre anni di distanza dall’adesione, i risultati potranno essere valutati solo qualora si sbloccasse l’intera procedura. I tempi, del resto, sono tutt’altro che lunghi.
Almeno sulla carta, il patto avrebbe dovuto aprire uno spiraglio in direzione di una maggiore occupazione nel sistema della produzione di energie rinnovabili.

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