Gela. “Non siamo divisi, siamo coesi e forti”. Il coordinatore cittadino di Forza Italia Vincenzo Pepe, anche ieri ha avuto modo di rapportarsi con gli esponenti locali del partito. Non c’era il parlamentare Ars Michele Mancuso, a causa di un impegno istituzionale. “Abbiamo ribadito la necessità di una maggiore concertazione interna sulle cose da fare e su come renderle note all’esterno – dice Pepe – c’è una piena sintonia. Il nostro partito, alle amministrative, è risultato quello più suffragato in assoluto e io stesso mi sono opposto all’inserimento di candidati che fino al giorno prima erano in altri contesti politici. Ho voluto mantenere la coerenza, tutelando chi ha sempre militato in Forza Italia. Non si deve per forza dare spazio a esponenti che non si sono mai rivisti nei nostri ideali o che non hanno mai partecipato al processo di sviluppo del gruppo”. La scorsa settimana, è parsa piuttosto plateale la distanza tra il vicepresidente del civico consesso Antonino Biundo, l’unico forzista presente in consiglio comunale, e i dirigenti Nadia Gnoffo e Vincenzo Cirignotta. Non sembrano seguire la stessa direttrice politica quando il capitolo da aprire è quello del dialogo istituzionale con l’amministrazione comunale, sui temi cruciali per la città. Sono state giornate decisamente convulse mentre l’europarlamentare azzurro Marco Falcone ha riunito i suoi sostenitori locali, che in gran parte non sono nella compagine ufficiale del partito. “Passano messaggi che non dovrebbero affatto passare. Il gruppo è unito – aggiunge – due Forza Italia? Il partito è uno solo. Non ci sono correnti. Falcone ha riunito i suoi amici ma per stare nel partito si passa dagli organismi interni. Purtroppo, c’è chi presta il fianco, come lo stesso Falcone. Dovrebbe invece prendere l’iniziativa per organizzare una riunione tra chi ha intenzione di aderire a Forza Italia e gli organismi territoriali. Altrimenti, si confonde solo l’elettorato. In città, come ovunque, il partito è uno. Non ce ne sono altri”.
Si parla spesso dell’approccio dell’opposizione rispetto alle strategie della giunta Di Stefano. I forzisti non vogliono calcare la mano, a priori. “Di Stefano ha vinto le elezioni – conclude Pepe – è giusto che governi. Diamogli tempo. Però, deve sapere che ha onori e oneri e sono lui e la sua alleanza che devono dimostrare di saper governare la città. Io sono convinto che non ce la faranno. Sono politicamente eterogenei e prima o poi non si capiranno più. Penso che non riusciranno a cavare un ragno dal buco. Del resto, in giunta e nella maggioranza ci sono esponenti e gruppi che hanno governato la città fino a oggi, portandola al disastro”.
Forza Italia era e non è, oramai dopo Berlusconi con gli ultimi risultati alle regionali di Emilia Romagna e Umbria è un partitino.