Gela. Le urne di sabato e domenica daranno il primo verdetto, soprattutto in chiave amministrative. Nella fase pre-elettorale, il centrodestra si è scisso: i partiti hanno accettato il patto largo con i moderati, appoggiando l’ingegnere Grazia Cosentino; i fuoriusciti invece hanno messo la marcia al progetto “Alleanza per Gela”, stringendosi intorno al consigliere comunale Salvatore Scerra. Sarà quindi pure una partita tutta interna a quest’area politica. “Pensiamo di aver fatto un ottimo lavoro. Saranno i cittadini ad esprimersi – dice l’ex parlamentare Ars Pino Federico tra le firme del progetto alternativo al blocco dei partiti – personalmente, ho lavorato molto al progetto e alla lista. Non amo apparire troppo e preferisco avere contatto diretto con le persone. Anche io sono impegnato nel ricercare consenso per il consiglio comunale. Siamo uniti per un obiettivo, dare un governo alla città che sappia anzitutto programmare e progettare. L’asse con Roma e Palermo assicurata solo dai partiti ufficiali del centrodestra? Sono strumentalizzazioni. Conosco bene le istituzioni regionali e so che davanti ad una buona progettualità nessun governo girerebbe mai le spalle ad una città come Gela, tra le aree più in difficoltà dell’isola”. Federico, ancora una volta, non disconosce affatto la sua appartenenza. “So bene che nei partiti tanti sostengono che l’unico centrodestra sia quello rappresentato dalla loro coalizione – continua – ma non è per nulla così. Noi siamo di centrodestra e voteremo alle europee per esponenti di centrodestra. Chiaramente, rimango dell’idea che i partiti, in città, non hanno avuto alcuna intenzione di aprire un confronto con esponenti d’area che negli anni hanno sempre dimostrato di esserci, anzitutto con i numeri elettorali. Il candidato del centrodestra, probabilmente, era già stato scelto, non so dove, ma si poteva comunque aprire un dialogo che invece è stato escluso a priori. Sarà la città a decidere e i numeri non sono contestabili. Se dovessero dare ragione a noi, allora nel centrodestra qualcuno dovrà fare mea culpa. Non è possibile che chi perde si senta vittorioso e chi vince invece debba ritenersi sconfitto. Non funziona così. Spero che già dal 10 giugno si possa aprire una valutazione complessiva nel centrodestra, senza escludere nessuno. In politica, specialmente nella fase elettorale, contano i numeri”. Federico sembra piuttosto convinto della bontà programmatica dell’iniziativa che sostiene il candidato a sindaco Scerra.
“Noi ci stiamo proponendo alle persone – dice inoltre – consapevoli di aver fatto quello che era possibile, arrivando allo sviluppo del progetto delle acque reflue per l’agricoltura locale. Ci lavoriamo da almeno due anni. Il nuovo ospedale lo abbiamo caldeggiato noi, insieme all’allora assessore regionale Razza e al presidente Musumeci. Avere un ospedale comprensoriale è importante. Ci chiesero se non fosse meglio ristrutturare il “Vittorio Emanuele”. Invece, abbiamo sostenuto che un grande ospedale per tutto il territorio del sud della provincia potrà mettere insieme risorse e qualità del personale. Anche per il Museo del mare, che proponemmo noi, inizialmente si disse che non si poteva fare e oggi è sorto. Lo stesso vale per la circonvallazione. Purtroppo, i tempi possono essere lunghi ma si deve avere capacità di programmazione e progettazione. E’ questo il segno distintivo della candidatura di Scerra e del nostro sostegno. Gli assessori? E’ stato giusto che fosse direttamente il candidato a sindaco ad individuarli, affidandosi ad esponenti capaci e di sua fiducia”. “Alleanza per Gela” aspetta le urne di sabato e domenica: se dovessero esserci numeri rilevanti, anche gli equilibri nel centrodestra locale potrebbero subire non pochi scossoni.
Ancora, basta più, appartieni al passato e durante le sue cariche di deputato e presidente della provincia oggi, il risultato è questo:
Gela affossata, dissestata e soprattutto tradita.