Gela. Il pressing continua ad essere intenso. Il gruppo politico che ha scelto di sostenere l’ingegnere Grazia Cosentino, come possibile candidata a sindaco, non si tira indietro. Pure in queste ultime ore, pare evidente che non ci sarà una retromarcia. Cuffariani, renziani e pezzi sparsi che si rifanno al centrodestra, vogliono arrivare ad un sì della coalizione. L’obiettivo sarebbe un progetto amministrativo e politico, con tinte moderate ma soprattutto di centrodestra, che porti ai nastri di partenza per le amministrative proprio l’ex dirigente comunale, attuale responsabile tecnico di Impianti Srr, la società in house del servizio rifiuti e che gestisce la piattaforma di Timpazzo. Ormai, i supporter hanno appeso al chiodo il tatticismo e sono in forcing. Un assenso dell’intero centrodestra, al momento, non pare proprio attecchire. I meloniani di Fratelli d’Italia sembrano averne fatto una questione di principio. Non vogliono farsi bruciare sul più bello da un outsider come l’ingegnere. La loro carta messa sul tavolo della coalizione non cambia segno, rimane fissa sul capogruppo consiliare Vincenzo Casciana. Se FdI non muterà verso, magari sotto indicazione romana o palermitana, allora gli azzurri di Forza Italia non potranno esimersi dall’affiancare il loro simbolo a quello del partito della Meloni. Le incognite non mancano affatto. Tanti rimangono in una no man’s land: una terra di nessuno nella quale si muovono quelli in cerca di collocazione.
Il braccio di ferro tra chi parteggia per Cosentino e quelli che invece non mollano Casciana non pare affatto lo scenario prediletto dagli autonomisti dell’Mpa. Il leader Raffaele Lombardo, netto nel denunciare pubblicamente il rischio dei “governi ombra” delle Srr, ha messo distanze incolmabili da una potenziale opzione Cosentino. Invece, pare proprio che l’ex governatore siciliano voglia ritagliare un posto d’onore per il partito in città. Non ha mai negato di mirare alla guida di una coalizione, con un candidato espressione del suo gruppo. Le tracce, ancora una volta, portano tutte al dirigente medico Rosario Caci, capace di incassare l’assenso del partito cittadino. I lombardiani non si rivedono in una coalizione disegnata intorno ad una sorta di diktat di Fratelli d’Italia né si sentono meno capaci di guidarla, tutt’altro. Sicuramente, è da escludere che possano andare a traino di un’alleanza guidata dall’ingegnere Cosentino. Se il testa a testa continuerà ad essere tra Casciana e l’ingegnere, allora gli autonomisti, che lunedì hanno lanciato una proposta di riapertura al dialogo al resto del centrodestra, potrebbero sentirsi liberi da ogni vincolo, cercando magari di concretizzare la terza via della “grande coalizione” per la città. Tante anime del centrodestra e del campo moderato vorrebbero arrivare ad un nome condiviso entro l’imminente fine settimana. Tracciare il perimetro di un centrodestra unito, con l’appoggio dei moderati, e stretto intorno ad un candidato condiviso, sembra come una sorta di terno al lotto. Senza dimenticare che ci sono ancora caselle di un certo peso elettorale che non si sono accese, a partire da quella degli esponenti del gruppo dell’ex parlamentare Ars Pino Federico, con i relativi annessi.