Mazzarino. Lo stato generale dell’amministrazione comunale mazzarinese sta toccando punte, anche inattese. Non solo l’opposizione dei duri e puri ma anche diversi alleati (ormai ex) del sindaco Faraci non ci vedono chiaro e anzi sono certi che l’azzeramento della giunta e il successivo “Patto per la città” siano tappe di un progressivo “tradimento” del primo cittadino. “Mimmo Faraci, che non merita l’appellativo di sindaco, e i suoi sodali, mascherano, con azioni infantili quali la crisi politica e il conseguente azzeramento della giunta, la loro volontà di governare da soli la città. Le passate elezioni comunali hanno portato la coalizione di maggioranza a indicare Faraci come sindaco della città affinché, in qualità di garante dell’equilibrio politico, promuovesse una gestione democratica dell’amministrazione. Tuttavia – spiegano Giuseppe Presti, Letizia Pistone, Franco Lo Forte, Giorgio Arena, Davide Virga, Enzo Guerreri, Martina Selvaggio, Egidio Gesualdo, Filippo Alessi e Giovanni Virnuccio – ha dimostrato di non possedere tale spessore, rivelandosi il burattino di un piano premeditato da sedicenti e miopi speculatori, mossi esclusivamente dall’ossessione di mantenere il governo della città a ogni costo, seppur per qualche mese. Una maggioranza di undici consiglieri avrebbe potuto garantire un’amministrazione stabile e durevole ma sin dall’inizio i due consigliori di Faraci hanno tramato nell’ombra per orchestrare l’imboscata alla città che oggi denunciamo”. Secondo chi lo ha supportato, oggi Faraci dovrebbe dimettersi. “Sono atteggiamenti che impongono l’immediata richiesta di dimissioni di Mimmo Faraci. Non ha esitato a tradire chi lo ha sostenuto. Ha licenziato gli assessori Lo Forte, Alessi, Arena e Gesualdo, i quali, a suo dire, hanno lavorato con serietà e impegno, aprendo così ufficialmente la crisi politica. Nel tentativo di risolvere la crisi, si erge a figura super partes della città – continuano – elabora un documento programmatico articolato in dieci punti, quindi convoca la coalizione di maggioranza e comunica alla città di aver risolto la crisi politica. La riunione nella stanza del primo cittadino è prevista alla presenza di due delegazioni, l’una in rappresentanza dei consiglieri Mantione, Petralia e Corinto e l’altra in rappresentanza di Presti, Pistone, Lo Forte, Arena, Virga, Guerreri e Selvaggio. Con grande stupore apprendiamo che la discussione verterà unicamente sull’attribuzione e sulla distribuzione delle poltrone vacanti, mentre a oggi non abbiamo ancora avuto accesso al contenuto di dieci punti programmatici. Ma il tradimento più vile è un altro, dopo aver ottenuto la fiducia della coalizione, Faraci sta tramando nell’ombra per costruire un nuovo potere con chi, fino a ieri, era suo avversario. Trattative segrete, patti di convenienza, alleanze innaturali: tutto pur di mantenere il controllo della città. Altro che interesse per Mazzarino. Questa è la politica dei raggiri e delle menzogne, senza l’appoggio di alcuna maggioranza in seno al consiglio comunale. Faraci, anziché cercare un vero confronto con la maggioranza che lo ha sostenuto, ha scelto di procedere in modo unilaterale, volendo rimanere solo al comando, a tutela del gruppo dei tre consiglieri minoritari. Un atto grave, che non solo esclude chi ha contribuito alla sua elezione, ma rappresenta un abuso senza precedenti, dettato più dalla volontà di mantenere il controllo che dall’interesse per il bene della città”.
Faraci, secondo gli ex sostenitori, deve chiarire in consiglio comunale. “Mai è stato sottoposto alla coalizione che lo ha eletto un patto programmatico, né si registra il confronto da lui invocato con i consiglieri che lo hanno sostenuto sin dall’inizio. Questo presunto patto è solo un pretesto per escludere chi non si piega alle sue logiche di potere e per guadagnare tempo nella costruzione di un nuovo assetto politico, orientato non agli interessi della collettività, ma al rafforzamento di un sistema familistico. Ma non è tutto. Archiviato Mimmo Faraci super partes, unitamente ai dieci punti programmatici, un nuovo slogan viene propinato alla comunità: il Patto per la città. Più che un patto per la città, si tratta di un vero e proprio patto per la famiglia, un accordo che mira a garantire privilegi e vantaggi esclusivamente a una ristretta cerchia di persone legate da interessi personali e politici, a discapito della trasparenza e del bene comune. I Lab respingono l’invito al mittente. Se i Lab rifiutano l’invito, il nostro gruppo invoca le dimissioni immediate di Faraci – sottolineano con forza – dunque, ci si chiede: a quale città è realmente rivolto questo patto? Un vero patto per la città nasce dal dialogo e dal confronto con chi ha ricevuto il mandato dagli elettori, non da decisioni unilaterali e opache volte a consolidare un governo personale che ignora il mandato democratico. E chi sono i suoi complici? Tre consiglieri che non meritano nemmeno di essere nominati, ma che hanno dimostrato di appartenere alla categoria più bassa della politica: quella dei trasformisti senza vergogna, pronti a vendere principi e impegni in cambio di un posto al sole. Sono loro i veri responsabili della paralisi amministrativa, loro che hanno scelto di sabotare il mandato ricevuto dagli elettori”. Pongono le loro richieste. “L’urgente convocazione del consiglio comunale, con il seguente ordine del giorno, relazione sullo stato dell’amministrazione Faraci, discussione sulla crisi politica e sulle responsabilità del sindaco e dei suoi complici e le dimissioni immediate del sindaco per tradimento politico e morale della città. Non c’è più spazio per giustificazioni o giochi di potere – concludono – Mazzarino merita amministratori leali, non traditori. Faraci e i suoi sodali devono farsi da parte immediatamente”.