Gela. Un concordato, in appello, accolto anche dalla procura generale.
Gli spari a Settefarine. Così, si va verso una riduzione dell’entità delle pene comminate in primo grado a Rocco Cinardi, Francesco Carfì, Massimiliano e Stefano Trubia. I quattro finirono al centro di un’indagine avviata dai poliziotti del commissariato dopo un vero e proprio scontro a fuoco, tra le strade di Settefarine. Due nuclei familiari si affrontarono sia nei pressi del Parco della legalità che tra le vie del quartiere. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Gela, a marzo, li ha condannati a due anni e due mesi ciascuno di reclusione. I difensori, gli avvocati Francesco Enia e Nicoletta Cauchi, sono riusciti a far cadere la contestazione più pesante, quella di tentato omicidio. Così, le condanne sono arrivare per il possesso di armi e le minacce. Verdetti impugnati dai difensori davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. I legali hanno deciso di proporre un concordato, soprattutto legato al riconoscimento delle attenuanti generiche in favore dei loro assistiti. Ipotesi che avrebbe già trovato l’accoglimento della procura generale. Il verdetto finale dovrebbe essere emesso ad ottobre.