Gela. I poveri aumentano e con essi il numero dei furbi che prova ad approfittare della disperazione. Il Comune vuole garantire solidarietà ma dichiarare guerra ai falsi poveri che chiedono pacchi-viveri
. L’assessore ai servizi sociali Fortunato Ferracane ha confermato che un software controllerà in tempo reale i 20 banchi alimentari della città gestiti da associazioni e parrocchie. Una sorta di anagrafe dell’indigenza per identificare i veri bisognosi e controllare il numero e la periodicità delle richieste.
«L’iniziativa si è resa necessaria – ha sottolineato Ferracane – a seguito del boom sospetto di richieste di sostentamento che ci era stato segnalato dai vari centri di assistenza. Ad ogni banco alimentare si presenterebbero periodicamente dalle 400 alle 450 famiglie, per una cifra globale di ottomila-novemila famiglie (quasi mezza città), numero ingiustificabile anche in periodi di crisi come quello attuale». «Sospettiamo che qualcuno stia approfittando della situazione – ha aggiunto Ferracane – per fare incetta di prodotti alimentari, girando da un banco all’altro, da una parrocchia all’altra, e venderli al mercato nero». «Potremo programmare e orientare meglio i nostri sforzi – ha concluso l’assessore – visto che le risorse finanziarie in bilancio per questo tipo di assistenza sono ridotte all’osso, essendo scese dai 300 mila euro degli anni passati ai 63 mila euro attuali».