Gela. La procura generale, un mese fa, in apertura del giudizio di appello, ha chiesto la conferma di tutte le condanne di primo grado e l’aggravamento per la posizione del boss Salvatore Rinzivillo. In base alle richieste, va condannato a ventidue anni di reclusione e non a venti, come invece disposto dal gup del tribunale di Caltanissetta. I fatti riguardano l’inchiesta antimafia “Extra fines”. Mercoledì, ha avuto inizio l’intervento dei difensori, che hanno iniziato a concludere, esponendo le ragioni dei loro ricorsi. L’ha fatto l’avvocato Rocco Guarnaccia e altri legali interverranno nelle udienze fissate a luglio e settembre, quando dovrebbe arrivare la decisione della Corte d’appello di Caltanissetta. Oltre alla condanna, aggravata (in accoglimento del ricorso dei pm) per Rinzivillo, la procura generale ha chiesto la conferma a tredici anni e quattro mesi di reclusione per l’avvocato Giandomenico D’Ambra, ritenuto molto vicino a Rinzivillo e che avrebbe intrecciato una serie di affari a Roma; a dodici anni e dieci mesi per Ivano Martorana, considerato braccio destro del boss in Germania, soprattutto per il traffico di droga; ad undici anni per Gaetano Massimo Gallo e a due anni e otto mesi per Giuseppe Flavio Gallo; a dieci anni e otto mesi ciascuno per Filippo Giannino, Emanuele Romano, Alessandro Romano, Aldo Pione e Rosario Pione; a dieci anni per il carabiniere Marco Lazzari e per Rolando Parigi.
Stessa linea seguita dal legale di un imprenditore locale, che secondo gli inquirenti fu vittima di richieste estorsive. L’avvocato Vittorio Giardino, nell’interesse dell’imprenditore, ha concluso sostenendo la conferma della pronuncia di primo grado, che ha riconosciuto una consistente provvisionale. Tutti gli imputati, secondo le contestazioni, avrebbero fatto parte della cerchia di Rinzivillo, sostenendolo pure da un punto di vista economico. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Roberto Afeltra, Cristina Alfieri, Giuseppe D’Acquì, Giovanni Lomonaco, Michele D’Agostino, Umberto Goffi, Angelo Pacchioni, Patrizio Mercadante, Domenico Mariani, Giuseppe Minà, Francesco Maggiolini e Pierpaolo Dell’Anno.