"Extra Fines", Cassazione conferma condanna a Rosciglione: "Agì su richiesta dei gelesi"
Gela. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il palermitano quarantacinquenne Giuseppe Rosciglione. Fu coinvolto nella maxi inchiesta antimafia “Extra fines”, accusato di aver imposto a...

Gela. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il palermitano quarantacinquenne Giuseppe Rosciglione. Fu coinvolto nella maxi inchiesta antimafia “Extra fines”, accusato di aver imposto a un esercente pagamenti in favore di due operatori gelesi del settore ittico, a loro volta toccati dall’indagine. Per l’accusa, i due gelesi, attraverso il boss Salvatore Rinzivillo, avrebbero chiesto l’intervento dei clan palermitani. Rosciglione, ritenuto legato alle famiglie di Cosa nostra, agì per ottenere le somme che pare l’esercente non avesse ancora versato. Non aveva saldato il debito commerciale. La Corte di Cassazione annullò con rinvio la condanna a sei anni di detenzione. I giudici di appello hanno però confermato la pena e così i legali di Rosciglione, gli avvocati Carmelo Ferrara e Filippo Gallina, si sono nuovamente rivolti ai giudici capitolini. I magistrati romani non hanno accolto il ricorso, nonostante la procura generale abbia concluso per l’annullamento senza rinvio.
La difesa ha insistito, sostenendo l’assenza dei presupposti per le contestazioni di estorsione e per quella di aver agevolato l’organizzazione mafiosa. “I giudici di merito, dunque, hanno fatto corretta applicazione della giurisprudenza dominante in tema di concorso di persone nel reato avendo ritenuto Rosciglione concorrente nel reato di estorsione in ragione dell’apporto materiale da lui prestato, con consapevole volontà, alla esecuzione dell’intimidazione”, si legge nelle motivazioni rese pubbliche dalla Cassazione.