"Exitus", Cassazione conferma condanna per Ferrara: indagine concentrata sui fiancheggiatori di Rinzivillo

Come già avvenuto nei precedenti gradi di giudizio, la difesa ha escluso la sussistenza dei presupposti per la contestazione di mafia mossa al professionista

21 novembre 2025 21:52
"Exitus", Cassazione conferma condanna per Ferrara: indagine concentrata sui fiancheggiatori di Rinzivillo  -
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Gela. La Corte di Cassazione non ha accolto il ricorso avanzato dalla difesa dell'avvocato Grazio Ferrara, confermando, in via definitiva, la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione, per i fatti dell'inchiesta antimafia “Exitus”. Il professionista, poi sospeso dall'ordine, era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli investigatori lo ritennero referente principale del boss Salvatore Rinzivillo, poi arrestato e condannato al culmine dell'indagine “Extra fines-Druso”. Rinzivillo fu sottoposto a regime detentivo del 41 bis. Stando alle indagini, i fratelli ergastolani Antonio Rinzivillo e Crocifisso Rinzivillo, dal carcere, a loro volta sotto 41 bis, gli avevano affidato il compito di ricostruire la famiglia di mafia. Il boss si sarebbe affidato anche a Ferrara, considerato in grado di fare da collegamento con altri affiliati, soprattutto dopo l'arresto di Salvatore Rinzivillo. Come già avvenuto nei precedenti gradi di giudizio, la difesa ha escluso la sussistenza dei presupposti per la contestazione di mafia. Stando alla linea dei legali di Ferrara, il professionista si sarebbe mosso solo per ragioni lavorative, essendo difensore di fiducia di Rinzivillo. Gli investigatori ricostruirono incontri con esponenti dei clan, anche di altre zone della Sicilia, ai quali Ferrara partecipò insieme a Rinzivillo. Per l'accusa, non si trattava di semplici legami tra difensore e cliente. Ferrara, di recente, è stato arrestato nell'ambito di un'altra vasta inchiesta, ribattezzata “The Wall”, accusato di aver avuto un ruolo di rilievo nel traffico di droga, sempre sotto l'egida dei clan. Il riesame ha annullato il punto della contestazione mafiosa ma ha confermato la detenzione in carcere. Il professionista, nel procedimento scaturito dall'indagine “Exitus”, ha sempre escluso di aver avuto interessi diversi da quelli del suo mandato legale. Elementi non accolti dalla Corte d'appello di Caltanissetta, dopo la condanna decisa dal collegio penale del tribunale di Gela. La Corte di Cassazione ha detto no al ricorso difensivo, avanzato ed esposto dai legali Giacomo Ventura e Vittorio Basile.

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