Gela. Mancati versamenti Iva per oltre un milione di euro e omesse ritenute d’acconto per quasi novecentomila euro. Le verifiche della guardia di finanza. Così, a processo sono finiti i vertici del’azienda Elettroclima snc, per anni impegnata nell’indotto della fabbrica Eni. Il giudizio arriva dopo un’indagine condotta dalla guardia di finanza che ha preso in esame dati fiscali e atti aziendali per un periodo di circa due anni. Così, davanti al giudice Manuela Matta dovranno rispondere alle accuse non solo i tre proprietari della società, attiva nel settore elettrostrumentale, ma anche altrettanti referenti. Nel corso delle indagini, scattò un sequestro di beni. Il dibattimento a carico dei sei imputati non si è ancora aperto. Peraltro, il giudice Silvia Passanisi ha disposto il trasferimento del procedimento proprio alla collega Manuela Matta. Già in fase d’indagine, i legali di difesa contestarono diversi punti d’accusa. L’inchiesta consentì agli inquirenti di acquisire elementi relativi anche ad altre verifiche fiscali già avviate. Gli imputati chiamati a rispondere alle accuse sono difesi dagli avvocati Antonio Gagliano, Calogero Giardina, Enrico Aliotta, Filippo Spina e Giusi Morteo. Per anni, il gruppo Elettroclima è stato impegnato tra gli impianti della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore ma, soprattutto nell’ultima fase, come capitato ad altre società dello stesso settore, ha dovuto fare i conti con la drastica riduzione di commesse da parte della multinazionale.