Gela. I legali di difesa dell’imprenditore Massimo Barranco hanno già preannunciato che sarà prodotta la decisione della Corte di Cassazione, che lo scorso dicembre ha disposto l’annullamento, senza rinvio, per quanto riguarda la contestazione di autoriciclaggio. I magistrati romani hanno concluso per l’annullamento, con rinvio, invece, per le esigenze cautelari. All’imprenditore, coinvolto nell’inchiesta sul crack della “Eurograni”, sono stati revocati anche gli arresti domiciliari. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni), è stato ufficialmente aperto il dibattimento e i difensori, gli avvocati Antonio Gagliano e Flavio Sinatra, hanno appunto preannunciato, tra le altre produzioni, anche quella della decisione dei giudici capitolini. Secondo i pm della procura, Barranco avrebbe distratto fondi dal fallimento della “Eurograni”, trasferendoli ad un’altra società, per l’accusa comunque sempre riconducibile a lui.
Già in fase di indagine, respinse le accuse. Gli accertamenti furono condotti dai militari della guardia di finanza, che iniziarono ad approfondire i conti della “Eurograni”, poi fallita, ipotizzando anche la bancarotta e l’autoriciclaggio. Nell’indagine sono coinvolti, tra gli altri, i professionisti che facevano parte degli organismi societari e di controllo sia della “Eurograni” che della “Mediterranea” (la società che sarebbe servita a far transitare i fondi), ma nei loro confronti non è stato disposto il giudizio immediato, che invece i pm hanno chiesto e ottenuto per l’imprenditore.