Gela. Lo scorso luglio venne condannato a dieci anni di reclusione con l’accusa di aver imposto estorsioni agli imprenditori impegnati nei cantieri del complesso residenziale di contrada Catania-Casciana. Davanti ai giudici d’appello. Adesso, Francesco Muncivì, ex consigliere comunale di Forza Italia e ritenuto vero referente di quel progetto edilizio, si presenterà davanti ai giudici della corte d’appello di Caltanissetta. Sono stati i suoi legali di fiducia, gli avvocati Antonio Gagliano e Flavio Sinatra, a impugnare la decisione pronunciata dal collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore. Insieme a Muncivì, davanti ai giudici nisseni compariranno anche i fratelli Silvio e Giuseppe Giorrannello. I due, a loro volta impegnati nella costruzione di quel complesso residenziale, vennero assolti in primo grado. In questo caso, sono stati i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta a impugnare il verdetto favorevole ai due fratelli che erano accusati di essere vicini alla famiglia Emmanuello e, per questo, di aver ottenuto la possibilità di lavorare nei cantieri di contrada Catania-Casciana. Il giudizio d’appello prenderà il via il prossimo 14 maggio.
Per la difesa nessun collegamento con cosa nostra. Già in primo grado, la difesa di Francesco Muncivì escluse, a conclusione di un lungo dibattimento, qualsiasi appartenenza o vicinanza dell’imprenditore al gruppo di cosa nostra locale. Una linea analoga a quella assunta dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Franca Auteri, difensori dei fratelli Giorrannello che, in base alle indicazioni fornite dai loro rappresentanti in giudizio, sarebbero stati solo vittime del presunto sistema organizzato dallo stesso Muncivì. A circa un mese di distanza dal verdetto di condanna, i giudici del tribunale per le misure di prevenzione di Caltanissetta disposero il dissequestro dei beni di proprietà della famiglia Muncivì.