Espropri allegri, tre procedure bocciate dal Tar: il Comune ci casca ancora

 
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Gela. Tre espropri ma senza alcun decreto d’esproprio e, adesso, scatta la condanna ai danni dell’ente comunale. Insomma, il peccato originario continua a ripetersi a ritmi quasi inesorabili.

Questa volta, i giudici del tribunale amministrativo di Palermo hanno bocciato ben tre procedure d’esproprio messe in atto, negli scorsi anni, dai tecnici comunali.
Ad impugnare quegli atti, sono stati altrettanti proprietari che si sono visti sfilare sotto il naso i terreni di proprietà senza ricevere alcun indennizzo. Al centro del contendere sono finiti gli espropri scattati per consentire la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria relativi ai piani particolareggiati di recupero numero 1 e 3.
I terreni sono stati occupati dagli operai delle aziende appaltatrici dell’ente comunale ma nessun risarcimento è mai stato versato ai proprietari. Per questa ragione, i giudici hanno dato ragione ai ricorsi presentati, nell’interesse dei presunti danneggiati, dall’avvocato Riccardo Lana.
“Ritenuta accertata l’assenza di un valido titolo di esproprio – scrivono i magistrati amministrativi – la modifica del bene immobile e la sua utilizzazione (elementi non contestati), rimane impregiudicata la discrezionale valutazione in ordine agli interessi in conflitto da parte del Comune di Gela, il quale, ove ritenga di non restituire il fondo ai legittimi proprietari previa riduzione nel pristino stato, potrà in via alternativa disporre la sua acquisizione. Qualora decida per l’acquisizione, dovrà liquidare in favore dei ricorrenti il valore venale del bene al momento dell’emanazione del provvedimento, aumentato del 10% a titolo di forfettario ristoro del pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale arrecato, nonchè il 5% del valore che l’immobile aveva in ogni anno successivo alla scadenza della occupazione legittima a titolo di occupazione sine titulo, detratto, ovviamente, quanto già corrisposto a vario titolo ai ricorrenti, subordinando, come per legge, l’effetto traslativo all’effettivo pagamento delle somme. L’ultima posta risarcitoria indicata dovrà essere corrisposta anche nel caso in cui l’amministrazione dovesse optare per la restituzione. In quest’ultimo caso, ove le somme già ricevute dai ricorrenti si rivelassero superiori al danno da occupazione, esse dovranno essere restituite per l’eccedenza”.
Gli errori burocratici del passato continuano a generare nuove spese per le casse di Palazzo di Città: nuovi debiti da far sbarcare in consiglio comunale.

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