Gela. La passione per il calcio non gli è passata affatto. La ferita è ancora aperta seppur siano passati due anni dalla cancellazione dal calcio professionistico. Angelo Tuccio è pronto a ricominciare. Senza salti nel buio.
L’esperienza maturata nei cinque anni di gestione del Gela e quanto accaduto successivamente gli hanno sicuramente fatto crescere qualche capello bianco in più. Da mesi si parla insistentemente di un suo ritorno attivo nella scena calcistica gelese (la squadra è regolarmente iscritta al campionato di Seconda categoria). Voci di corridoio non controllate, mezze frasi, anche fantasie di ultrà. Ed allora, dopo settimane in cui si parla di rilancio del calcio gelese, fusione o non fusione, acquisizione di titoli sportivi, ripescaggi eccetera eccetera, ecco finalmente chiarito ogni dubbio. “Per me non è cambiato nulla – dice subito – io sono sempre stato pronto a ripartire a fare calcio. In questi due anni sono stato contattato decine e decine di volte. Mi hanno proposto di tutto, anche cose interessanti, stuzzicanti. C’è però un problema. A tutti ho risposto allo stesso modo: trovatemi nove soci. Io sono il decimo e programmiamo il calcio a certi livelli. La categoria non ha importanza. Si può partire dalla Seconda o dall’Eccellenza o anche dalla serie D. Ma bisogna formare una società forte. Da solo non mi imbarco più in nessuna avventura”.
Parole chiare, che possono essere interpretare negativamente o positivamente a seconda dei punti di vista. Tuccio non vuole illudere nessuno ma neanche chiudere porte. “Il calcio mi piace ancora eccome – ammette – e non voglio neanche più parlare del passato, degli errori fatti e delle pugnalate subite. Spero solo che prima o poi venga fatta luce sulle responsabilità di quanto successo due anni fa. Bisogna però guardare al presente, e se possibile al futuro. Gela può formare una società con dieci imprenditori che hanno passione per il calcio? Non si chiede a nessuno di svenarsi o rovinare la propria azienda ed è per questo dico dieci. Ma lo dissi anche due anni fa e non venni ascoltato. Oddio, se poi sono tredici mica ci resto male. La mia presenza non deve sembrare un ostacolo, posso essere anche uno dei dieci soci. Ma non chiedetemi “armiamoci e parti”. Se la politica ha la capacità di trovare un gruppo di imprenditori posso dire a voce alta: Tuccio c’è”. Il patron biancazzurro non ha smentito incontri e colloqui. “Ma non c’è nulla di segreto. Le stesse cose le ho dette a chi mi ha contattato in questi mesi. Senza questa condizione vorrà dire che il calcio a certi livelli lo rivedremo non so tra quanti anni…”.