Gela. L’Ente di Formazione Professionale Eris, presente in tutte le provincie del territorio siciliano, ha siglato a Gela protocolli di collaborazione con gli Istituti Scolastici, San Francesco e Quasimodo per la messa in opera degli “Sportelli D’Ascolto”.
L’iniziativa che è totalmente gratuita per gli Istituti ospitanti, offre già da mesi agli studenti che ne fanno richiesta, a seguito di autorizzazione genitoriale, il supporto di una professionista qualificata a argine di quel disagio, che solo se interpretato e vissuto “normalmente” ha modo di esser esternato, scevro da giudizi e condizionamenti.
Eris introduce così, nel panorama scolastico, una operazione culturale senza precedenti, nel solco tracciato dal Ministero Della Pubblica Istruzione, volta a debellare pregiudizi e migliorare la vita degli studenti.
Confidando nelle aperture di dirigenti sensibili all’evoluzione dei percorsi formativi, che impongono una nuova vision educativa, Eris continuerà a offrire e promuovere sul territorio gelese, iniziative di rilievo al panorama scolastico, convinta che disagio e dispersione possono esser arginati solo con l’entusiasmo e la collaborazione fattiva e propositiva di tutti.
E’ ormai assodato che il supporto psicologico a ogni livello rappresenti un valore aggiunto alla comprensione di se, allo star bene, al raggiungimento degli obiettivi e che nel complesso migliori la qualità della vita.
Il supporto psicologico inizia finalmente ad essere interpretato non più come terapia a posteriori, ma soprattutto preventivamente ad argine, a barriera protettiva dei disagi e delle inevitabili spirali anomale della nostra esistenza. Le persone che vedono il benessere psicologico come elemento cruciale per la salute e lo star bene sono più che raddoppiate dal 2008 al 2020.
Nelle scuole, il disagio crescente degli studenti deriva dall’ abuso e dipendenza da internet, da genitori super impegnati, dalla preoccupante assenza di programmi di educazione digitale in grado di evidenziare materia, algoritmi e strumenti di difesa dai social. I giovani usano i social media, ma nel 95% dei casi non si sono mai interessati, ne preoccupati di apprendere le innumerevoli finalità occulte di questi. Ad aggravare, bullismo e atteggiamenti di rivalsa prendono il largo laddove il quadro familiare latita.