Gela. L’accordo sul futuro degli investimenti Eni in città doveva essere firmato ma, adesso, gli impegni vanno rispettati. A ribadirlo, sono i chimici della Femca Cisl, riuniti per fare il quadro della situazione ad oltre un mese dalla firma dell’intesa.
Intesa da rispettare. “Abbiamo imposto ad Eni di rimanere in questo territorio – spiega il segretario nazionale Sergio Gigli – nonostante l’andamento dell’economia globale e, più nello specifico, della raffinazione, siano tutt’altro che favorevoli, Eni continuerà ad investire in questa zona. Mi pare un passo importante. Adesso, però, si tratta di rispettare l’intesa. Altrimenti, saremo costretti a nuove forme di mobilitazione”. Dello stesso avviso, il segretario regionale Francesco Parisi. “Gli investimenti previsti – dice – consentiranno l’avvio dei lavori anche per le aziende dell’indotto. Per questo motivo, però, è molto importante rispettare i tempi”.
Un’accelerazione che deve ancora arrivare. Il segretario provinciale Francesco Emiliani, già da settimane, chiede che la situazione si possa sbloccare soprattutto per evitare di creare ulteriori fratture tra gli operatori del diretto e quelli dell’indotto, sempre più in difficoltà. A fine dicembre, il primo gruppo di operatori del diretto sarà destinato alla trasferta in altri siti come preventivato negli accordi sottoscritti. Nelle ultime ore, invece, anche il segretario confederale provinciale della Cisl Emanuele Gallo ha preso posizione. Insieme ai colleghi di Cgil e Uil, Ignazio Giudice e Vincenzo Mudaro, ha scritto al presidente Rosario Crocetta per chiedere un’accelerazione della procedura necessaria a dichiarare l’area di crisi complessa in città, senza dimenticare l’avvio del tavolo al ministero del lavoro sull’eventuale tranche di ammortizzatori sociali straordinari necessari alle sorti degli operai dell’indotto.