Gela. Per le associazioni e per il comitato “Sos Vittorio Emanuele”, l’ospedale “Vittorio Emanuele” sta vivendo una lunga fase di depotenziamento e anche nel confronto di oggi, proprio nel nosocomio di Caposoprano, le posizioni non sono cambiate. Il dibattito è stato voluto dal sindaco Lucio Greco, anche a fronte delle nuove proteste di associazioni e comitati, stanchi di dover sopportare disservizi sanitari. Il botta e risposta è stato molto intenso e lungo, alla presenza di medici e operatori, ma anche dei consiglieri della commissione consiliare sanità, presieduta da Rosario Trainito, e del presidente dell’assise civica Salvatore Sammito. “Mi auguro di correggere determinati errori e incentivare il confronto”, ha detto il sindaco Greco. I numeri esposti dal comitato “Sos Vittorio Emanuele”, con Filippo Franzone e Luciana Carfì, tracciano una situazione generale preoccupante, almeno così è stato riferito. “Manca il 50 per cento della dotazione organica”, ha spiegato Franzone rifacendosi a recenti delibere di Asp. “A noi risultano otto reparti chiusi o ridotti. Aspettiamo le promesse per la terapia intensiva, per il nuovo pronto soccorso e il triage misto, ambosessi. Vorrei che almeno il trenta per cento dei problemi venga risolto”, ha aggiunto Franzone. Per il comitato, il “Vittorio Emanuele” soffre di tutti i problemi connessi al poco personale. Medici e operatori sono costretti a sostenere carichi di lavoro difficile da gestire, con poche unità. “Stiamo agevolando la migrazione del personale”, è stato riferito. “I doppi turni sono pagati – ha detto Carfì – ma mi soddisfa meno sapere che i medici sono stressati da un lavoro pesante”. Il manager Alessandro Caltagirone, più volte al centro di dure critiche, ha esposto una situazione generale tendenzialmente diversa. Il direttore generale, infatti, non vede i segni di un depotenziamento, anzi.
“Non possiamo dire che la carenza del personale medico è un problema solo di Gela. É un problema di tutte le aree non metropolitane – ha spiegato – abbiamo alzato l’asticella e quindi il gap di presenza medica nella dotazione organica sarà sempre carente. Analizziamo cosa è successo negli anni. Non vogliamo dire che tutto va bene. È un percorso in salita. Dalla lettura completa dei numeri, forniti dall’ufficio delle risorse umane, non vedo quelli riferiti dal comitato. Dobbiamo parlare delle reali presenze. Dove ci sono turni massacranti, dal 2019, anno in cui sono arrivato io, c’è stato un incremento di medici. Gli infermieri erano 197 e ora sono 308. Gli Oss erano 18 e ora sono 81. I medici da 78 sono diventati 113. Non può passare inosservato. Abbiamo fatto un concorso per pediatri con esperienza in rianimazione e non si è presentato nessuno e non è un problema gelese. C’è un difetto di programmazione delle scuole di specializzazione. Le borse di specializzazione sono aumentate solo ora e l’incremento lo vedremo almeno tra quattro anni”. Per il management di Asp, c’era anche il direttore sanitario Marcella Santino, oltre a quello del “Vittorio Emanuele” Luciano Fiorella, a sua volta al centro di tante critiche per la gestione del nosocomio. Hanno fatto riferimento ad un personale soprattutto medico, che può usufruire di incentivi. “Un medico di rianimazione è incentivato con 120 euro ora. Un chirurgo plastico 2.500 euro a seduta. Gli anestesisti sono pagati 60 euro ora come i medici Covid. Una prassi che ha svuotato le guardie mediche dove un medico prende 28 euro ora”, è stato riferito. Caltagirone ha inoltre dichiarato che “malattie infettive lo riaprireno ma bisogna considerare l’emergenza Covid”. “L’operazione che proponiamo insieme al sindaco è di provare a fare squadra per esaltate le specialistiche in ospedale. Per neurochirurgia ho chiamato un professore di specializzazione che parla di campagna di denigrazione nei confronti di Gela. Questo frena la partecipazione ai bandi”, ha aggiunto il manager Asp. Il consigliere comunale di Forza Italia Carlo Romano, componente della commissione sanità, ha chiesto maggiori delucidazioni sulle presenze e sul fatto che gli specializzandi non scelgano Gela. “Vorrei capire se il direttore Fiorella fa il report sulla presenza di personale. Ci sono specializzandi che non vogliono venire a Gela, chiedo quali incentivi sono stati messi in campo e se il management che parla di mancanza di azione politica fa il report dei disagi all’assessore alla sanità”, ha detto. I manager Asp, invece, hanno parlato di presenze che vengono costantemente monitorate. Il comitato “Sos Vittorio Emanuele” rimane però convinto che il sistema sanitario locale sia palesemente indietro rispetto ad altri centri siciliani. “Le carenze delle strutture locali non sono riscontrabili in nessun altro ospedale della Sicilia – ha aggiunto Franzone – la pianta organica a Gela è al 53 per cento, a Catania invece oltre il 90 per cento”. Il presidente della commissione consiliare sanità Rosario Trainito, critico verso l’approccio del comitato, ha comunque proposto “incontri mensili”, così da avere un quadro complessivo sempre aggiornato. Le posizioni rimangono distanti.