Gela. La misura è colma. Il coordinamento dei comitati di quartiere non accetta più alcun disservizio idrico. Da settimane, l’emergenza va avanti in tutte le zone della città mentre Caltaqua ha disposto la distribuzione ogni tre giorni. “Sistematicamente, ogni anno a ridosso dell’estate, la problematica della mancanza di acqua raggiunge il culmine, mortificando la dignità dei cittadini che fanno a gara in piena notte per accendere i motorini e approvvigionarsi del prezioso liquido. Nello stesso quartiere alcune utenze non la ricevono rispetto al vicino di casa, in altri la pressione è insufficiente e poi si vede sgorgare acqua dal fondo stradale che si disperde. Il coordinamento, espressione dei cittadini con i loro presidenti di quartiere che li rappresentano, chiedono sin da subito l’esenzione del pagamento delle bollette dell’acqua finché l’erogazione non verrà ripristinata al cento per cento – fanno sapere dal coordinamento presieduto da Salvatore Ciscardi – se gli utenti non incamerano l’acqua e il servizio è discontinuo non capiamo perché Caltaqua debba pretendere di incamerare i soldi dai cittadini ogni mese”. Il comitato spinge per un incontro con i vertici di Ati e Caltaqua. “La città adesso dice basta, questa storia deve finire. Il coordinamento chiede un incontro urgente con il presidente dell’Ati idrico e con i dirigenti di Caltaqua per allestire un tavolo tecnico permanente, una vera e propria unità di crisi, perché di questo si tratta. La turnazione – proseguono dal coordinamento – deve durare il tempo strettamente necessario a risolvere il problema e se si protrae diventa disservizio, inefficienza e speculazione”. Nella settimana delle urne, i quartieri sono in enorme difficoltà.
“I problemi vanno risolti e le soluzioni approntate allo stato sono insoddisfacenti. I media nazionali ci dicono che sotto la nostra città c’è un giacimento d’acqua immenso, in grado di dissetare per anni tutta la Sicilia e non solo. Chiediamo che si lavori con la Regione, con l’Europa, con le istituzioni di riferimento, per portare questa acqua in superficie. Abbiamo il mare ma soffriamo la sete. Basta paradossi”, concludono dal coordinamento.