Gela. Mentre l’elmetto giallo da lavoro, in solidarietà con gli operai di diretto e indotto della fabbrica Eni, sbarca anche in consiglio comunale dopo essere stato indossato dai calciatori del Gela
durante l’ultimo incontro del campionato di Promozione, ritornano protagonisti i debiti fuori bilancio. Sono stati i consiglieri di Articolo 4, con in testa il capogruppo Terenziano Di Stefano, ad appoggiare la scelta del Gela Calcio, presentandosi in aula con tanto d’elmetto da lavoro. Alla fine della seduta, il consiglio ha detto sì a quindici debiti fuori bilancio, per un totale di circa un milione e mezzo di euro.
Un sì che è arrivato in presenza di dodici consiglieri, il minimo indispensabile a garantire il numero legale in aula. In questo modo, i “soliti dodici”, come li hanno definiti diversi esponenti critici verso il sindaco Angelo Fasulo, hanno permesso l’approvazione di debiti fermi in consiglio da mesi. Questa volta, però, anche i fedelissimi del primo cittadino sono andati in crisi davanti alla patata bollente dei debiti, resa ancor più difficile da pelare dai tanti moniti arrivati dai magistrati della Corte dei conti regionale.
Non a caso, è stato il capogruppo Pd Giacomo Gulizzi a prendere posizione, seguendo l’esponente di Articolo 4 Terenziano Di Stefano. “A questo punto – ha spiegato Gulizzi – prepariamo un atto d’indirizzo nel quale, dopo l’approvazione dei punti all’ordine del giorno, si dia mandato all’amministrazione di verificare le eventuali responsabilità dei dirigenti. Come mai debiti che risalgono anche a dieci anni fa arrivano in aula solo adesso?”.
Un monito che, solo pochi minuti prima, era stato lanciato dallo stesso Terenziano Di Stefano. “Quì – ha precisato – rischiamo in continuazione di creare un danno erariale. I debiti sono arrivati in aula a distanza di anni. Come mai? Chi li ha bloccati?”. Il socialista Piero Lo Nigro, invece, ha chiesto lumi al dirigente del settore bilancio Alberto Depetro circa l’efficacia della nota che regola i casi di rateizzazione dei debiti fuori bilancio con valore superiore ai 30 mila euro.
Le difficoltà si sono materializzate anche quando i consiglieri presenti in aula hanno scelto di dire sì solo a quei debiti prodotti da sentenze passate in giudicato, posticipando, invece, quelli scattati a seguito di lodi arbitrali. A farla da padroni, come spesso capitato, i debiti scaturiti da espropri portati a termine per agevolare l’avvio dei cantieri di tanti complessi residenziali d’edilizia economia e popolare. Un nervo troppo sensibile.
“Non è possibile – ha ribattuto il consigliere Di Stefano – dover approvare debiti fuori bilancio senza avere la certezza delle rivalse in denaro nei confronti degli attuali proprietari delle tante villette costruite in questi ultimi anni”.
Alla fine, l’aula ha detto sì al riconoscimento della legittimità di debiti veramente molto pesanti, fino a cinquecentomila euro. Adesso, dopo i quindici approvati, giovedì l’aula è nuovamente chiamata a proseguire su questa stessa via: ovvero, nuovi debiti fuori bilancio in rampa di lancio per ricevere il definitivo sì dai “soliti dodici”.