Gela. Oltre 300 uomini delle forze dell’ordine, due elicotteri e 15 unità cinofile hanno posto sotto assedio Gela, Brescia ed altre città del Nord nell’imponente blitz che ha portato all’arresto di 35 persone a Gela. Secondo la Procura di Caltanissetta le persone arrestate hanno organizzato spedizioni punitive anche con l’uso di armi e con danneggiamenti seguiti da incendi, ai danni di chi osava contrapporsi al loro potere criminale. Quella messa in campo era una vera e propria potenza “militare” costituita da “500 leoni” – come si chiamavano tra di loro durante le telefonate intercettate – ossia di 500 uomini armati che avrebbero potuto scatenare l’ennesima faida di mafia.
In carcere sono finite complessivamente 70 persone: trentacinque sono state arrestate questa notte a Gela, altri 20 fiancheggiatori sono stati bloccati in Nord Italia su disposizione della direzione distrettuale antimafia di Brescia, nell’ambito di un’ordinanza che riguarda complessivamente una settantina di arrestati per altri reati.
La Stidda, nella sua versione settentrionale ‘in giacca e cravatta’ – spiegano gli inquirenti – “pur mantenendo le ‘antiche’ modalità mafiose nell’agire quotidiano, si è dimostrata capace di una vera e propria ‘metamorfosi evolutiva’, sostituendo ai reati tradizionali nuovi business, utilizzando quale anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori i ‘colletti bianchi'”, che individuavano tra i loro clienti – sparsi principalmente tra Piemonte, Lombardia, Toscana, ma anche nel Lazio, in Calabria e in Sicilia – quelli disponibili al risparmio facile.