Gela. “Noi siamo pronti anche a scendere in piazza ma deve essere la politica a fare la prima mossa.
Senza la dichiarazione di area di crisi complessa, tutto diventa difficile. Gli uffici del sindacato si stanno trasformando in confessionali. Lavoratori rimasti senza occupazione arrivano nelle nostre sedi a chiedere informazioni portando l’intera famiglia. Cosa possiamo rispondere?”.
I cantieri pubblici non bastano. Il segretario provinciale della Fillea Cgil Francesco Cosca non nasconde tutte le ombre di un presente occupazionale che certamente non sta sorridendo agli operai impegnati in edilizia e non solo. “Al momento – dice – gli edili utilizzati in raffineria lavorano solo grazie a contratti di solidarietà che andranno a scadere. I cantieri pubblici avviati dall’ente comunale non bastano. I lavori sul lungomare Federico II o quelli alla scuola Pirandello saranno comunque limitati nel tempo e svolti da aziende di altre province che hanno già propria manodopera. Per questo motivo, bisogna spingere sulla necessità di impiegare operai locali”.
I grandi assenti…la Gela-Siracusa e il polo fotovoltaico. Stando al segretario che ha partecipato al direttivo della sigla sindacale svoltosi nelle scorse ore in città, il 2015 ricalcherà tutti i problemi già attraversati lo scorso anno. “Se i cantieri della Gela-Siracusa o quelli del famoso, ma ancora incompiuto, polo fotovoltaico Agroverde rimarranno fermi – ammette – la situazione potrebbe diventare veramente ingestibile. Già adesso, il lavoro nero occupa una grossa fetta dell’economia locale”.