Gela. Lo considerano un prestanome degli Emmanuello, per conto dei quali gestiva imprese e subappalti. La Dia ha confiscato beni per 25 milioni di euro all’imprenditore in odor di mafia Sandro Missuto, 34 anni, già oggetto di diversi procedimenti penali.
In particolare sono state confiscate due società: la I.C.A.M., che si occupa di produzione, trasporto e fornitura di calcestruzzo; la I.G.M., che si occupa di demolizione di edifici e sistemazione del terreno, trasporto merci. Confiscati anche un fabbricato di piani fuori terra; un appartamento; 2 terreni siti nel territorio del Comune; 63 mezzi ( autovetture, autocarri, escavatori, betoniere, pale meccaniche, gru, furgoni ecc); 2 rapporti bancari.
Il provvedimento della Dia è stato emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione – dopo la proposta per l’irrogazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale del direttore della Dia, nei confronti di Missuto.
L’imprenditore ha avuto rapporti con i vertici del clan Emmanuello.
Missuto, arrestato per mafia nelle operazioni del luglio e dicembre 2009 Cerberus e compendium, tramite le società sottoposte a sequestro, riusciva ad aggiudicarsi numerosi sub appalti e contratti di nolo, conducendo l’impresa nell’interesse di cosa nostra gelese. E proprio nell’interesse del sodalizio mafioso riscuoteva il “pizzo” dalle ditte appaltatrici e curava la loro “messa a posto”.