Gela. La decisione è stata ufficializzata a livello ministeriale e comunicata anche alla difesa del cinquantaseienne Peppe Alferi. E’ stato rinnovato il regime del carcere duro, che gli venne imposto dopo l’arresto nel blitz “Inferis”, per il quale è stato condannato in via definitiva. Negli scorsi mesi, il legale che lo rappresenta, l’avvocato Maurizio Scicolone, si era rivolto ai giudici del tribunale di sorveglianza di Roma. In base al reclamo proposto, sarebbero venuti meno i presupposti per giustificare il regime del carcere duro. Secondo la difesa, Alferi non farebbe parte di organizzazioni mafiose e anche lui stesso ha sempre negato di essere un boss. Per il tribunale di sorveglianza romano e per l’antimafia nazionale, è però ancora pericoloso e sarebbe in grado di riallacciare rapporti con altri esponenti di organizzazioni mafiose. I pm della Dda di Caltanissetta ritennero di aver individuato un terzo gruppo di mafia, autonomo da stidda e Cosa nostra, retto proprio dal cinquantaseienne.
Tutti motivi alla base della conferma del regime del carcere duro e del rigetto del reclamo, disposto dalla sorveglianza di Roma, che ha la competenza a decidere in materia di 41 bis.
Gentile direttore, passeggiando per il lungomare è sotto gli occhi di tutti la stele in marmo posta a ricordo dello sbarco delle truppe americane a Gela. Nell’osservarla appaiono evidenti le due mattonelle dei soggetti attuatori: comune di Gela e Rotary. La domanda sorge spontanea: come mai son riportati il nome dell’attuale sindaco e dell’attuale presidente del Rotary? La risposta sarebbe una sola: Le hanno finanziate con fondi personali. Beh, allora, se così fosse complimenti al sig. Greco e Città che hanno di tasca propria pagato l’opera (che essendo di iniziativa privata dovrebbe essere anticipata dalla burocrazia delle autorizzazioni). Se così non fosse, e ritengo proprio di si, la presenza dei nomi delle persone fisiche sono di sicuro cattivo gusto ed offensive dei cittadini gelesi ed associati del Rotary dato che si sono fatti belli con i soldi degli altri…troppo bello