Gela. Un dissesto causato anche dalle inefficienze della burocrazia comunale. Questo, in sintesi, l’approccio che la maggioranza non ha voluto sottacere nel corso della discussione in aula consiliare su debiti fuori bilancio pervenuti per il voto. Alla fine, l’assenso c’è stato così come alle due variazioni di bilancio, per gli stanziamenti da destinare alle manutenzioni e alle infrastrutture e ancora per il settore servizi sociali. A fare accendere le micce però sono stati proprio i debiti fuori bilancio. Il capogruppo di “Una Buona Idea” Giovanni Giudice si è rivolto alla burocrazia dell’ente per avere riscontri sulla collocazione temporale dei debiti, sull’eventuale competenza della commissione straordinaria di liquidazione e infine sull’osservanza della cronologia tra tutti i creditori dell’ente. Di fatto, è emersa l’assenza di un quadro analitico, a partire dalla cronologia. Non c’è un’elencazione vera e propria: manca una lista dettagliata con la collocazione temporale. “Quale criterio viene usato, allora? Come si fa a capire quale debito fuori bilancio abbia la precedenza rispetto ad altri?”, questa la domanda posta dai banchi dei civici. Sia il segretario generale sia il dirigente del settore finanziario hanno descritto una situazione ancora in divenire. Sono in fase di ricostruzione i debiti fuori bilancio per gli anni 2022 e 2023. Sono almeno 550 le istanze avanzate dai creditori dell’ente, attualmente in dissesto e nei cui uffici, da mesi, si è insediata la commissione straordinaria di liquidazione. Un quadro definito manca e la reazione dei consiglieri di “Una Buona Idea” è stata veemente. Debiti fuori bilancio maturati per ritardi dirigenziali o per inosservanze devono determinare segnalazioni ed eventuali sanzioni. “Tutto questo è stato fatto fino ad ora? – ha chiesto il civico Davide Sincero – se qualcuno vuole gravare sul consiglio comunale ha sbagliato di grosso. Farò una segnalazione alla procura della Corte dei Conti”. Dello stesso avviso l’altro civico Rosario Faraci. “Siamo in dissesto ma nessuno sembra aver imparato qualcosa – ha precisato – si commettono sempre gli stessi errori. C’è una burocrazia che in aula si è permessa, in alcune occasioni, di presentarsi spiegando candidamente di aver commesso errori o di aver dimenticato di adempiere, determinando debiti. Tutto questo non si può accettare”. Gli stessi civici si sono rivolti al sindaco Di Stefano, presente in aula, affinché si faccia carico di iniziative. Faraci ha insistito sul fatto che non si possano creare debiti fuori bilancio per somme irrisorie che però generano giudizi e costi maggiorati.
La burocrazia comunale è chiamata alle proprie responsabilità e così ha confermato il presidente della commissione bilancio Vincenzo Tomasi. “In commissione lavoriamo con il massimo impegno e la piena consapevolezza del momento difficile che attraversano l’ente e la città – ha riferito – chiediamo che lo stesso faccia la burocrazia”. Faraci, sul finale, ha stigmatizzato l’assenza totale dell’opposizione. Tra le fila della maggioranza, rimangono le ormai chiare diffidenze del capogruppo dem Gaetano Orlando, assente, al pari dell’altro consigliere del partito, Alabiso. Erano le uniche defezioni nel blocco della coalizione del sindaco, che comunque è riuscita ad avere i numeri per approvare gli atti. In aula, si tornerà la prossima settimana.