Gela. Non si placa la lunga lista dei gelesi morti per patologie tumorali. Nelle ultime ventiquattrore sono due le vite spezzate: A. L. di sedici anni e M. C. C. di 56.
Due storie diverse, una stessa patologia: il cancro.
La prima, ancora minorenne, ha dovuto arrendersi all’avanzare della malattia. Non ha potuto nulla per rivendicare il diritto alla vita e la sua giovane età. Alla fine il suo cuore ha deciso di fermarsi, mettendo fine anche alla speranza nutrita dai genitori e dalle tante persone che l’avevano conosciuta. Un sorriso spezzato, troppo in fretta.
Lo stesso tragico destino ha investito la cinquantaseienne M. C. C.. Ad aprile si era recata dalla figlia, nel nord Italia, per sottoporsi ad alcuni controlli medici. Lamentava dolori anche alla testa. Il verdetto dei sanitari è stato atroce. Le hanno diagnosticato un tumore al cervello e ai polmoni. Ha avuto solo il tempo per vivere una lenta agonia, durata pochi mesi. Oggi è morta. Nei prossimi giorni verrà cremata. Le sue ceneri faranno rientro a Gela e poi a Butera, suo paese natio, dove si terranno i funerali che precederanno la definitiva tumulazione.
Aveva vissuto sempre a Gela, città che non riesce a scrollarsi la particolare incidenza dei decessi per patologie oncologiche evidenziata anche dai ricercatori dell’Oms e del Cnr. Forse sarebbe opportuno avviare uno studio per individuare le cause che sfociano in tumori e non solo per dare risposte alle troppe famiglie distrutte da tanto dolore.