Gela. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno confermato la condanna a due anni di reclusione, imposta in primo grado al quarantatreenne Salvatore Cascino. Ammise di essere dietro ai due incendi che danneggiarono, nell’arco di un breve lasso di tempo l’uno dall’altro, un panificio. Nella seconda azione venne collocata una bombola davanti all’attività. Fortunatamente, non ci fu un’esplosione. Il ricorso è stato avanzato dalla difesa dell’imputato, sostenuta dal legale Giuseppe Cascino. Già nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’imputato ammise i fatti ma escluse il tentativo di estorsione. Secondo gli investigatori, avrebbe preteso che i panificatori acquistassero un immobile di sua proprietà. Non accettarono e cessarono inoltre di cedergli materiale per la produzione. In passato, Cascino era stato ospite di strutture di cura. Su richiesta della difesa venne effettuata una perizia.
In primo grado, venne giudicato con il rito abbreviato e la richiesta della procura fu di tre anni e dieci mesi. I giudici di appello hanno seguito la stessa linea di quelli del tribunale di Gela, ribadendo le responsabilità del quarantatreenne.