Gela. Due donne hanno fatto ricorso al pre-triage ospedaliero, dedicato al covid-19, perché presentano sintomatologie riconducibili al coronavirus. Una delle due, di 47 anni, è stata già sottoposta alla tac. Si sarebbe presentata in ospedale spontaneamente su consiglio del medico di base. L’altra, di 60 anni, viene mantenuta in una ambulanza in attesa di conoscere l’esito del primo esame radiologico. Il mezzo di trasposto sanitario staziona nel piazzale antistante l’accesso al pre-triage.
Anche in questa circostanza, la prima paziente è stata trasferita in Radiologia tramite il percorso interno. Lo stesso che continuano a contestare le organizzazioni sindacali della rsu del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”, rispettivamente Angelo Ietro (Cisl fp), Giuseppe Di Fede (Uil fpl), Massimo Bellone (Uil fpl), Salvo Ballacchino (Fsi Usae), Salvatore Di Natale (Fsi Usae) e Liborio Scupolito (Fials), che hanno chiesto al sindaco Lucio Greco e al manager Alessandro Caltagirone “di verificare se esiste realmente una corsia dedicata alla gestione dei casi sospetti e covid-19 e se si crea assembramento in Radiologia”.
L’attuale gestione delle due pazienti mette a nudo la reale preoccupazione dei dipendenti che parlano di percorso non dedicato ma condiviso con il personale e l’utenza dell’unità di emergenza del Pronto soccorso, la cappella e, appunto, Radiologia.
Sulla gestione dei pazienti si era espresso il manager dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone, assicurando che “la direzione strategica deve creare le condizioni e non sta sul posto a dirigere i flussi. Le procedure interne vanno concordate tra il primario del Pronto soccorso, Gaetano Orlando, e il direttore di presidio, Luciano Fiorella”. Intanto, il paziente sottoposto ieri sera a tac e, successivamente, a tampone, viene mantenuto nei locali liberati dall’unità di Medicina in attesa dell’esito di laboratorio. Ieri, a scopo precauzionale, dopo la tac all’uomo era stata ordinata una chiusura temporanea della Radiologia, rimasta inattiva fino alle 20.