Mazzarino. Cinquantacinque ordinanze cautelari, 37 eseguite in carcere, 8 già detenuti e 13 ai domiciliari, 3 misure interdittive allo svolgimento di attività professionali. Sono i numeri del blitz Chimera, condotto dai carabinieri del comando provinciale nisseno, che hanno eseguito le ordinanze firmate dal Gip di Caltanissetta su richiesta della procura antimafia. L’accusa è quella associazione mafiosa, omicidio, estorsioni (consumate e tentate), reati in materia di armi e di sostanze stupefacenti. Gli indagati sono ritenuti appartenenti al clan Sanfilippo legata alla “Stidda”.Tre persone sono state arrestate in Germania e Belgio.
Le indagini
Il provvedimento cautelare scaturisce da un’articolata indagine condotta tra il 2017 e il 2021 dai Carabinieri di Gela sulla base di elementi forniti dal Comando Carabinieri Tutela Agroalimentare. Tutto nasce da una frode in danno dell’Unione Europea nell’ambito del settore agro-alimentare, della pesca e dell’acquacoltura. Alcuni dei membri della famiglia mafiosa dei SANFILIPPO di Mazzarino avevano presentato una domanda nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola, benché ininterrottamente sottoposti a misure restrittive della libertà personale.
In tale contesto, è emersa anche l’attività di pressione estorsiva esercitata dalla consorteria in danno di numerosi imprenditori e operatori commerciali di Mazzarino, costretti a corrispondere somme di denaro per il sostentamento degli affiliati detenuti, a fornire gratuitamente beni e servizi ai membri del clan e ad effettuare assunzioni fittizie di affiliati. Per raggiungere questi fini gli affiliati si avvalevano di un consistente arsenale di armi da sparo. I carabinieri hanno fatto luce su due casi di lupara bianca e su un traffico di sostanze stupefacenti (in particolar modo cocaina).
Due casi di lupara bianca
Sono stati individuati individuando gli esecutori materiali di due omicidi, commessi nel 1984 e nel 1991 per consolidare la supremazia della “famiglia Sanfilippo” sui gruppi mafiosi rivali. In particolare nel 1984 un operaio edile di 22 anni di Mazzarino, sospettato di appartenere ad uno dei gruppi criminali rivali, sarebbe stato attirato con l’inganno in un luogo isolato e strangolato dopo essere stato violentemente percosso. Il corpo non è mai stato ritrovato.
Qualche anno dopo, nel 1991, un uomo di 28 anni di Mazzarino, sospettato di essere il custode delle armi per conto di uno dei clan rivali, prima di essere strangolato, sarebbe stato lungamente interrogato, percosso e, addirittura, mutilato mediante il taglio delle orecchie, del naso e delle dita. Il corpo, gettato all’interno di un pozzo nelle campagne mazzarinesi, non è stato mai ritrovato.
Il racket
A essere presi di mira erano tanto le principali attività commerciali della zona (operanti ad esempio nel settore della grande distribuzione o della ristorazione), quanto bar, piccoli artigiani e, persino venditori ambulanti.
Le armi
È stato accertato che l’associazione aveva la disponibilità di grandi quantità di armi da fuoco, in alcuni casi ben occultate presso insospettabili fiancheggiatori. I membri del sodalizio, inoltre, erano pronti ad utilizzarle in qualsiasi momento per perseguire gli scopi illeciti del loro clan e garantirsi il pieno controllo del territorio.
Nell’ambito delle indagini – in una perquisizione operata nel territorio di Mazzarino – sono stati rinvenuti un fucile, diverse parti di pistola cal. 9 e numeroso munizionamento.
La droga
Dalle indagini compiute dai Carabinieri è stato possibile delineare anche l’organigramma di una fiorente associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti operante in territorio di Mazzarino e Gela e con un canale di approvvigionamento diretto dalle cosche Ccalabresi. A tal propositoè emblematico l’episodio del bacio intercorso, presso il carcere diSulmona, tra il capo clan di Mazzarino e il fornitore calabrese (della provincia di Vibo Valentia), indicativo del fatto che questi fosse pienamente a conoscenza dell’apporto di ciascun componente del gruppo mazzarinese nonché delle dinamiche edelle gerarchie interne allo stesso.