Gela. Un incidente stradale mortale risalente a quindici anni fa, ma rimasto avvolto da tanti dubbi. A perdere la vita fu l’allora ventunenne Salvatore Iozza. L’auto sulla quale viaggiava, insieme a tre amici, si ribaltò. Venne trasportato in ospedale, ma morì dopo tre giorni. Per quei fatti, è arrivata l’archiviazione. Adesso, però, a processo c’è uno dei giovani presenti quella notte, Alessandro G. Per i pm della procura avrebbe fornito una versione falsa sull’intera vicenda, solo per coprire il fatto che ci fosse lui alla guida della Fiat Coupè. Dichiarazioni che sono al centro del dibattimento avviato davanti al giudice Marica Marino. In aula, a testimoniare, si sono succedute due sorelle delle vittima. I familiari di Iozza sono parti civili, con gli avvocati Dionisio Nastasi e Luisa Campisi. “Ricordo che qualche mese dopo la morte – ha detto una delle testimoni – incontrammo un amico di mio fratello, che era con lui la notte dell’incidente, ci disse che alla guida dell’automobile non c’era lui, anche se era di sua proprietà”. Ammissioni che però la famiglia pare non abbia mai rivelato in passato e che adesso la difesa, sostenuta dall’avvocato Flavio Sinatra, contesta del tutto. Per il legale, ci sarebbero troppe contraddizioni in quanto sostenuto dai familiari circa presunte confessioni successive ai fatti. Al momento dell’arrivo del giovane al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, anche gli amici che erano con lui si presentarono, in attesa di avere notizie sulle sue condizioni.
Nessuno però avrebbe fornito una ricostruzione chiara dell’accaduto. Dopo alcuni anni, almeno in base a quanto viene contestato dai magistrati della procura, l’imputato avrebbe ammesso al padre di Iozza di essere stato alla guida dell’auto ribaltata. In aula, è stato chiamato a testimoniare il legale al quale inizialmente la famiglia si rivolse. Il professionista, però, appellandosi agli obblighi deontologici della sua attività, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non è da escludere che la giovane vittima si trovasse sul sedile anteriore del passeggero quando la Fiat si ribaltò. “Andammo a vedere l’auto – ha detto una delle sorelle – era in un deposito e il lato passeggero era tutto schiacciato”. I testimoni hanno risposto alle domande del pm Sonia Tramontana e dei legali di parte civile, che hanno ottenuto di sentire gli amici che erano con Iozza. Probabilmente, potranno fornire ulteriori elementi su una morte ancora molto dubbia, nonostante i quindici anni trascorsi.