Gela. Fu il cane dell’unità cinofila a fiutare la presenza di sostanze stupefacenti, sia nell’abitazione che in un terreno attiguo. Lo scorso anno, venne arrestato il quarantaquattrenne Giuseppe Sanfilippo. I poliziotti trovarono diversi quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, proprio nell’abitazione. Nel terreno, invece, vennero individuati e sequestrati cinque panetti di hashish, da circa cento grammi ciascuno. Questa mattina, davanti al giudice Fabrizio Giannola, sono stati sentiti alcuni poliziotti che effettuarono la perquisizione. Hanno risposto alle domande del pm Gesualda Perspicace e del difensore dell’imputato, l’avvocato Davide Limoncello. Da quanto è emerso, sarebbe stato proprio Sanfilippo, “che si trovava nel sottotetto”, a consegnare la cocaina. “Il cane iniziò ad abbaiare anche nei pressi del terreno”, è stato riferito. Per questa ragione, la perquisizione venne estesa a quell’area. “I panetti di hashish – è stato spiegato dai testimoni – erano tra alcune cassette di plastica”. Per la difesa non ci sono certezze che quella zona fosse nella disponibilità di Sanfilippo. Lo stesso imputato, questa mattina, è anche intervenuto nel corso dell’udienza. Escluse da subito che il figlio potesse essere coinvolto.
L’esame dei testimoni si è concentrato pure su alcuni particolari dell’abitazione di famiglia di Sanfilippo, dove poi sono stati ritrovati quantitativi di sostanze stupefacenti. Per la procura, la droga era destinata allo spaccio. Sanfilippo è attualmente detenuto perché di recente coinvolto nel blitz “Hybris”, coordinato dalla Dda di Palermo. Anche in quest’ultimo caso gli vengono contestati addebiti riferiti alla droga.