Droga nella movida cittadina, appello bis per definire le pene dei tre imputati

 
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Immagini di repertorio

Gela. L’annullamento, con rinvio nuovamente alla Corte d’appello di Caltanissetta, era stato deciso lo scorso maggio. I giudici nisseni, oggi, sono ritornati sulle posizioni dei tre imputati, coinvolti nell’inchiesta “Smart” che portò i carabinieri a ricostruire una vasta attività di spaccio di droga, localizzata soprattutto nelle aree della movida cittadina. Per Rocco Grillo, Antonio Radicia ed Emanuele Brancato, la procura generale ha richiesto la conferma per l’esistenza di una presunta organizzazione, attiva nello spaccio. Rispetto a Brancato, come chiesto dal difensore Giacomo Ventura, c’è stato l’assenso alla rimodulazione della continuazione con precedenti decisioni, tesa ad una riduzione dell’entità della pena. La Cassazione aveva annullato solo su questi punti. Nel primo giudizio di appello, sempre i magistrati nisseni avevano rivisto al ribasso le condanne pronunciate dal gup in abbreviato.

Furono disposti otto anni di detenzione per Rocco Grillo (in abbreviato era stato condannato a dieci anni e sei mesi); cinque anni e sei mesi ad Emanuele Brancato (il gup gli aveva imposto sei anni e sei mesi); quattro anni e dieci mesi ad Antonio Radicia (la condanna impugnata era stata a sei anni e sei mesi). Gli imputati hanno sempre negato qualsiasi collegamento con l’affare della droga. Le contestazioni maggiori sono concentrate su Grillo, difeso dall’avvocato Davide Limoncello (così come Radicia). La decisione d’appello sarà resa nota domani e potrà incidere solo sull’entità delle pene.

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