Droga e telefoni a Balate, aperto dibattimento per sei imputati
I primi accertamenti condotti dagli inquirenti risalgono al febbraio di quattro anni fa
Gela. Tra il 2021 e il 2022, secondo quanto appurato dagli investigatori, nel carcere di Balate entrarono droga e almeno due telefoni per comunicazioni con l'esterno. Fatti che hanno portato al giudizio. Per sei imputati, in settimana, è stato aperto il dibattimento, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Francesca Pulvirenti. Le accuse vengono mosse al gelese Gaetano Alferi, al cittadino bulgaro Garev Lyuboslav, ai vittoriesi Carmelo Gastrucci e Giovanna Guttà e ancora agli etnei Francesco Tudisco e Davide Ginevra. Ad eccezione di Giovanna Guttà, nel periodo al centro delle indagini tutti gli altri imputati erano detenuti nella casa circondariale locale. I primi accertamenti condotti dagli inquirenti risalgono al febbraio di quattro anni fa, quando la donna vittoriese avrebbe collocato un telefono cellulare, nel bagno attiguo alla sala rilascio riservata ai familiari dei detenuti che si recano in visita. Per gli inquirenti, avrebbe agito su richiesta del trentanovenne Carmelo Gastrucci. Dopo diversi mesi, ci sarebbe stata un’altra consegna. Questa volta, la donna avrebbe piazzato, sempre nel bagno attiguo alla sala rilascio, quantitativi di cocaina e marijuana, oltre a un microtelefono. Anche in questo caso, la richiesta sarebbe partita da Gastrucci. La droga e il microtelefono pare fossero destinati ad alcuni detenuti. Successivamente, sarebbe stato ricostruito il passaggio di un telefono da Gaetano Alferi al catanese Davide Ginevra, che a sua volta l’avrebbe fatto avere a un detenuto etneo, Francesco Tudisco. L’inchiesta si sviluppò dalle verifiche sul recluso bulgaro, Garev Lyuboslav, che avrebbe preso in consegna la droga per cederla ad altri ristretti, avendo le consegne di portapacchi nella casa circondariale. Sia la procura sia i difensori degli imputati hanno avanzato le rispettive richieste istruttorie. I coinvolti sono rappresentati, tra gli altri, dagli avvocati Cristina Alfieri, Rocco Cutini, Matteo Anzalone. In aula, si tornerà il prossimo marzo.
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