Gela. Ha ammesso di aver violato gli arresti domiciliari ma solo per un’esigenza lavorativa. Il ventiquattrenne Ruben Licata, fermato dai carabinieri, si è presentato davanti al giudice Ersilia Guzzetta per l’udienza di convalida. Difeso dall’avvocato Nicoletta Cauchi, ha invece sostenuto che l’hashish trovato dai militari nella sua abitazione era solo per uso personale, escludendo comunque qualsiasi responsabilità del fratello Giovanni, a sua volta arrestato dai carabinieri. Licata ha anche escluso la disponibilità di cocaina.
Le armi. I carabinieri, nell’abitazione, hanno sequestrato una pistola semiautomatica 7,65 e una carabina ad aria compressa, oltre a diverse munizioni. Il giovane ha però sostenuto che l’arma sarebbe servita solo ad un’eventuale difesa personale. Per lui, i pm della procura hanno chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere. Il fratello, difeso dall’avvocato Flavio Sinatra, si è a sua volta difeso, dicendosi del tutto estraneo alla droga e alle armi. Il giudice Guzzetta, entro le prossime ore, emetterà le proprie decisioni a carico di entrambi gli indagati.
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