Gela. La parola passa ai pm della Dda di Caltanissetta, che hanno coordinato insieme a quelli romani l’inchiesta “Cleandro”. Saranno i magistrati ad avanzare le richieste nei confronti del sessantenne Salvatore Rinzivillo. L’indagine si è concentrata sui presunti flussi di droga che il boss, ritenuto nuovo capo dell’omonima famiglia di Cosa nostra, avrebbe convogliato sfruttando soprattutto canali di rifornimento in Germania. La difesa, sostenuta dall’avvocato Roberto Afeltra, ha già formalizzato la richiesta di giudizio abbreviato e ad inizio luglio si entrerà nella fase decisiva. Tocca ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia nissena avanzare le loro conclusioni. Altri coinvolti nella stessa indagine sono già a processo, davanti al collegio penale del tribunale di Gela. Negli scorsi mesi vennero rinviati a giudizio. Rinzivillo e la sua difesa hanno optato per il rito alternativo e la posizione verrà decisa dal gup del tribunale di Caltanissetta. L’imputato è già stato condannato, in primo e secondo grado, nel procedimento del filone romano dell’inchiesta “Extra fines-Druso”, e in quello nisseno, conclusosi a marzo con il verdetto di vent’anni di detenzione.
Dall’indagine “Cleandro” è emerso che la base di riferimento per la droga sarebbe stata in territorio tedesco, dove il clan pare potesse contare sulla disponibilità di uomini vicini alla famiglia e di alcuni agrigentini, da tempo residenti in Germania. Nella stessa indagine sono stati coinvolti l’altro gelese Riccardo Ferracane, Ivano Martorana, Paolo Rosa, Giuseppe Cassaro, Mario Cassaro, Nicola Gueli, Salvatore Gueli, Vincenzo Spiteri, Gabriele Spiteri e Francesco Doddo.