Gela. Ha rischiato di subire serie conseguenze patrimoniali, perché due avvisi di accertamento, da 250 mila euro ciascuno, non vennero mai notificati nella sua abitazione. I giudici della commissione tributaria provinciale di Caltanissetta sono però andati incontro alle richieste avanzate dal legale di una donna, finita al centro dell’intera vicenda. L’avvocato Riccardo Balsamo, che la rappresenta, ha dovuto proporre una vasta documentazione, richiamando anche quanto accaduto a livello penale. Il calvario della donna, che vive in un quartiere periferico della città, iniziò a maturare dopo che partirono indagini sull’operatore che per conto di Poste Italiane era incaricato di coprire quella zona. Come fece con molti altri utenti, non consegnò mai gli atti, inviati dall’Agenzia delle entrate, indirizzati alla donna sottoposta alle verifiche fiscali. Nel procedimento penale, con l’utente costituita parte civile, si accertò che l’operatore delle Poste soffriva di disturbi psichici, che pare lo abbiano spinto a gettare via e a distruggere molta delle posta che avrebbe dovuto consegnare. Tra gli atti spariti, i due avvisi di accertamento. La commissione tributaria ne ha disposto l’annullamento, facendo venire meno gli enormi pesi economici che si sarebbero potuti moltiplicare, a danno dell’utente.
Il legale, dopo la decisione favorevole della commissione tributaria, chiederà a Poste Italiane un risarcimento dei danni morali patiti dall’utente, che per anni ha dovuto convivere con l’incubo di poter perdere anche la casa se gli avvisi di accertamento fossero diventati esecutivi.