Gela. Una violenta rapina che, nell’ottobre di due anni fa, costò il ricovero in ospedale ad una settantenne aggredita all’uscita della chiesa dei Cappuccini. A rispondere di quei fatti davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Patrizia Castellano, è il venticinquenne Giuseppe Retucci.
Sarebbe stato lui, infatti, a prendere di mira la donna per sottrarle una collana d’oro: venne arrestato dai carabinieri del reparto territoriale anche a seguito della descrizione fisica assicurata dalla ferita.
Il legale della difesa, l’avvocato Salvo Macrì, nel corso della prima udienza del processo appena avviato, ha contestato le accuse e messo in dubbio, addirittura, la presenza del suo assistito nel luogo che fece da teatro all’aggressione.
Per questa ragione, ha chiesto di poter sentire in aula una testimone ritenuta strategica per l’eventuale alibi di Retucci che, la sera della rapina, si sarebbe trovato in un altro luogo. Intanto, la vittima della rapina ha scelto di costituirsi parte civile con l’avvocato Agata Barranco.
La corte, invece, ha detto no alla possibilità di autorizzare una perizia tecnica sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza che avrebbero ripreso il giovane nelle fasi cruciali dell’azione. Il dibattimento, comunque, è stato rinnovato all’udienza del prossimo 15 marzo.