Gela. Forza Italia con un approccio non proprio univoco sul dissesto e sulle misure da attuare per la copertura dei debiti del passato. Ieri, il vicepresidente del civico consesso Antonino Biundo si è detto disponibile ad un confronto con l’amministrazione, pur mantenendo una collocazione precisa, all’opposizione ma “non preconcetta”. Molto più rigida è la valutazione di due dirigenti azzurri, l’ex assessore Nadia Gnoffo e l’ex consigliere comunale Vincenzo Cirignotta. Parlano addirittura di “tentativo maldestro” del sindaco, che vuole aprire un dialogo con tutte le forze rappresentate in aula, proprio sul tema del dissesto e delle misure da attuare per i debiti del passato. “Sulla ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, il sindaco la smetta di fare retorica politica e dia tempi certi alla città. In merito ai diversi appelli lanciati dal primo cittadino per una collaborazione politica in merito alla procedura di dissesto finanziario, intendiamo fare notare come il percorso del dissesto finanziario per un Comune come quello di Gela, purtroppo ha tanto di tecnico e poco di politico. Dimentichiamoci delle norme ad hoc inserite nelle manovre finanziarie nazionali per salvare le “Città Metropolitane” come Palermo e Catania. La dimensione demografica del nostro ente, ci consente di accedere ai fondi ministeriali con le stesse modalità previste per tutti gli altri enti dissestati, senza alcun privilegio. Quindi, deliberata dalla giunta l’autorizzazione alla commissione straordinaria di liquidazione di utilizzare la procedura semplificata per la liquidazione della massa passiva, l’amministrazione dovrà mettere a disposizione dell’organismo di liquidazione le somme necessarie per il pagamento della massa debitoria. Risorse che potranno provenire dal contributo dello Stato, da residui da riscuotere, da ratei di mutuo disponibili in quanto non utilizzati dall’ente, da altre entrate e, se necessari, da proventi derivanti da alienazione di beni del patrimonio disponibile, il quale così come stabilito dalla Corte dei Conti per i comuni dissestati, dovrà essere messo a reddito, evitando come già fatto dall’amministrazione di concedere in comodato gratuito immobili di proprietà dell’ente, in contrasto con il parere reso dal dirigente del settore finanziario. Inoltre, l’articolo 255 del Tuel, stabilisce che per il risanamento dell’ente locale dissestato, l’organismo straordinario di liquidazione può assumere un mutuo con la Cassa depositi e prestiti della durata di 20 anni, con pagamento diretto di ogni onere finanziario da parte del Ministero dell’Interno. Da considerare che gli enti dissestati potranno accedere anche a tutta una serie di interventi finanziari previsti a loro favore dal Ministero dell’interno per accompagnare l’ente verso il risanamento dei conti”, fanno sapere. I due forzisti tendono a creare un argine politico, oltre che meramente tecnico.
“Il primo cittadino aveva assicurato che avrebbe approvato l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato entro fine luglio. Quando racconta bugie deve essere bravo a ricordarle tutte. Detto ciò, Forza Italia chiede di accelerare sulla predisposizione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, strumento indispensabile per sbloccare la spesa corrente e le assunzioni del personale. In questo percorso difficile e tortuoso, l’amministrazione avrà il gravoso compito di riportare l’ente in “bonis” e il nostro partito garantirà un controllo capillare affinché l’azione amministrativa risponda ai rigorosi principi finanziari imposti dal Ministero e dalla Corte dei Conti. Forza Italia assicurerà soluzioni di risanamento dell’ente sicuramente differenti rispetto all’introduzione di nuove tasse, come la proposta di istituzione della tassa di soggiorno, senza però mai abdicare all’esercizio dell’azione di controllo e vigilanza, che dovrà essere ancora più incisiva rispetto ad un ente non deficitario”, aggiungono. Gnoffo e Cirignotta seguono una linea dura e lo fanno intendere. “Netta distinzione dei ruoli in un contesto di rispetto istituzionale. L’intento del sindaco di tirare dentro tutte le forze politiche nella condivisione delle scelte decisionali sul dissesto, rappresenta un tentativo maldestro al solo scopo di alleggerire sè stesso e la maggioranza di governo da responsabilità politiche conseguenti ad un eventuale insuccesso dell’azione di risanamento”, concludono.