Gela. Il rapporto con Caltaqua è sempre più incrinato. Due settimane fa, il sindaco Lucio Greco ha tuonato contro i disservizi idrici, gli ennesimi, verificatisi a Cantina Sociale e Macchitella. Ora, ritorna sullo scioglimento del contratto, come deciso due anni fa dalla commissione tecnica. Greco si rifà alle parole del presidente del consiglio comunale di Niscemi Fabio Bennici, che ha duramente contestato la gestione del servizio idrico e i criteri di fatturazione delle bollette. “La dura presa di posizione del presidente del consiglio comunale di Niscemi, Fabio Bennici, nei confronti di Caltaqua, responsabile di un servizio pessimo a fronte di bollette salatissime, conferma e avvalora il mio deciso intervento di qualche giorno fa, a seguito dei disservizi idrici di Macchitella e Cantina Sociale. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti – dice Greco – e soprattutto a chi, nella veste di rappresentante pubblico, è chiamato al controllo della gestione del servizio in difesa degli utenti, che occorre al più presto riaprire il dossier Caltaqua”. Il sindaco si rivolge direttamente al presidente dell’Assemblea territoriale idrica Massimiliano Conti, che è sindaco di Niscemi. L’avvocato spinge per una commissione che valuti i disservizi e gli inadempimenti contrattuali.
“Occorre governare questi processi – prosegue Greco – per risolvere una volta per tutte gli innumerevoli disagi che vive la cittadinanza. Certe generiche rassicurazioni non bastano più. Bisogna agire e mettere nero su bianco, partendo dal lavoro svolto dalla commissione di valutazione, che, nella relazione finale, chiedeva la risoluzione anticipata del contratto, attese le gravi inadempienze. Al Presidente dell’Ati, chiedo cosa intenda fare in merito a questa richiesta e se non ritenga che sia il caso di istituire una commissione tecnica ad hoc. Se la rescissione non dovesse essere possibile, che almeno si lavori per rimodulare il contratto con Caltaqua e riequilibrarlo a favore degli utenti. Non possiamo far passare il messaggio che certe società private possano arricchirsi calpestando i diritti dei cittadini. Si chiedono, pertanto, risposte concrete. Risposte che bisogna dare al più presto, se non si vuole che si perda quel poco di fiducia rimasta nelle istituzioni”. Ad oggi, i vertici dell’Ati hanno scelto di dare precedenza al passaggio di funzioni dall’Ato in liquidazione e all’attivazione degli investimenti autorizzati dalla Regione. Il tema dello scioglimento anticipato del contratto invece è stato accantonato, in attesa di nuovi sviluppi.