Gela. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni da quando il quinto modulo bis del dissalatore venne fermato, con il passaggio successivo dalla società nissena “Di Vincenzo” (che lo gestì) alla Regione e a Siciliacque, negli uffici palermitani del dipartimento acqua e rifiuti sono in corso i conteggi, che hanno permesso di validare il conto consuntivo del 2011 e quello del periodo che va dal gennaio all’aprile del 2012 (quando la Di Vincenzo consegnò l’impianto alla Regione che lo affidò in custodia gratuita a Siciliacque).
Proprio i conti, infatti, non tornano ai responsabili della “Di Vincenzo srl”, che attraverso recenti note e controdeduzioni trasmesse agli uffici della Regione, reclama un credito da quasi due milioni di euro (l’ammontare preciso è di 1.888.403,28 euro). Per il dirigente generale del dipartimento, Calogero Foti, i consuntivi sono da chiudere con le cifre già definite e calcolate nel 2017. Il credito della società, in base agli accertamenti condotti dal dipartimento, sarebbe assai inferiore, ossia 576 mila euro. Nel decreto, appena firmato, si precisa infatti che dal totale vanno decurtati l’utile di impresa e il ribasso d’asta. Già all’epoca, il quinto modulo bis del dissalatore fece molto discutere, anzitutto a livello giudiziario. Dopo più di dieci anni, le contese rimaste in piedi riguardano cifre comunque ancora consistenti, reclamate dall’allora gestore del sistema di dissalazione.