Gela. Da oggi e fino a venerdì, si fermano gli avvocati della Camera penale “Eschilo”. I legali aderiscono all’astensione nazionale. L’Unione delle Camere penali italiane ha indetto uno scioperodi tre giorni per protestare contro il contenuto del pacchetto sicurezza, ritenuto contrario ai principi di offensività e proporzionalità. Il carcere, fanno sapere, non può essere l’unico destino dell’intero sistema penale. I penalisti si riferiscono, in particolare, alla mancata soppressione dei limiti interposti all’appello dei difensori, oggetto di una reiterata richiesta di intervento al ministro della giustizia, Carlo Nordio, nonché alla mancata adozione di misure tecniche immediate per rimediare al sempre più grave fenomeno del sovraffollamento carcerario e al fenomeno del suicidio dei detenuti. Pur prendendo atto di “importanti segnali di attenzione del governo” verso alcuni degli obiettivi delle Camere Penali, si legge nel provvedimento di indizione dello sciopero che in assenza di risposte positive alle problematiche “devono porre in essere ogni iniziativa politica a presidio dei principi costituzionali e convenzionali per ristabilire la centralità del diritto di difesa, che si articola anche e soprattutto nel potere di impugnare, e della finalità rieducativa delle pene che escluda il carcere quale luogo di esercizio di tale finalità”.
C’è l’invito rivolto alle Camere Penali territoriali ad organizzare, per i giorni 7 e 8 febbraio, iniziative di informazione e di discussione sulle ragioni della protesta, convocandole all’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani che si terrà a Roma il 9 e 10 febbraio.