ROMA (ITALPRESS) – Le risorse finanziarie stanziate dal governo per il rinnovo dei contratti nazionali della Pubblica amministrazione, per il triennio 2019-2021, sono pari a 6 miliardi; somma che, a regime, renderà possibile un adeguamento retributivo del 3,7% e aumenti medi lordi di circa 100 euro al mese per 13 mesi. A renderlo noto è l’Aran-Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni.
I 6 miliardi sono calcolati in base agli stanziamenti delle leggi di Bilancio 2019 e 2020. Saranno interessati circa 3,3 milioni di lavoratori, tra personale dirigente e non. Rispetto al triennio 2016-2018 si registra un incremento di quasi 2 miliardi.
Nel raffronto con gli incrementi della retribuzione pro-capite, è stato evidenziato come, dal 2010 al 2015, per i dipendenti privati ci siano stati incrementi superiori rispetto all’amministrazione pubblica; un fatto dovuto principalmente al blocco delle assunzioni e al congelamento dei rinnovi contrattuali. Dal 2016, ha sottolineato l’Aran, si è invertita la rotta grazie alle nuove assunzioni e ai nuovi stanziamenti. Dati, comunque, che arrivano proprio nel momento in cui si sta trattando il rinnovo contrattuale dei dirigenti dell’area funzioni locali che, a detta del presidente dell’Aran, Antonio Naddeo “è a buon punto. Si potrebbe arrivare a conclusione entro la fine di marzo”, ha affermato. Per quel che riguarda il rinnovo degli altri contratti, “sappiamo che il ministro Dadone è impegnata per arrivare alla firma. I sindacati stanno chiedendo ulteriori risorse, ma queste – ha aggiunto Naddeo – possono essere sbloccate solo con una legge di bilancio e cio’ potrebbe far slittare i tempi”.
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